Caos scuola, la repubblica dei ricorsi
Il concorso per presidi che dura dal 2011 e i prof che non insegnano le materie richieste
Prima le buste trasparenti, poi le commissioni, irregolari tra ricorsi, sospensive del Tar e sentenze del Consiglio di Stato. Una vera corsa a ostacoli di oltre 4 anni. Da settembre — se non ci saranno altri pasticci e altri ricorsi — i nuovi presidi saranno finalmente alla guida delle scuole lombarde, dopo tre anni di reggenze e supplenze. È solo un esempio di una scuola diventata repubblica dei ricorsi.
E ntro il 27 agosto gli eroici aspiranti presidi della Lombardia sosterranno per la terza volta un esame orale «definitivo» che dovrebbe consentir loro di concludere il concorso cominciato nella primavera del 2011. Prima le buste trasparenti, poi le irregolarità nelle commissioni, tra ricorsi, sospensive del Tar e sentenze del consiglio di Stato, tanto c’è voluto per arrivare in fondo a questa vera e propria corsa a ostacoli: quattro anni e qualche mese.
Da settembre — se non ci saranno altri pasticci e dunque altri ricorsi — i nuovi presidi saranno finalmente alla guida delle scuole lombarde, dopo tre anni di reggenze, supplenze e assegnazioni provvisorie, cambi improvvisi di posto. Irregolarità e ricorsi sono una costante dei concorsi della Pubblica istruzione. Anche contro le assunzioni dei professori lontano da casa, i sindacati hanno già annunciato ricorsi già prima dell’assegnazione dei posti.
Né va dimenticato l’effetto perverso e clamoroso dei ricorsi per i test di ammissione a Medicina: chi non ha passato il test lo scorso anno ma ha presentato ricorso ha potuto scavalcare le posizioni e le graduatorie potendo scegliere l’università da frequentare. Chi ha risposto ai test regolarmente ha invece dovuto rispettare la fila. Non è detto che non sia stato proprio il diluvio di ricorsi che ha sommerso i test a spingere il ministro Giannini ad annunciare un ripensamento (ma non da quest’anno) dell’accesso ai corsi a numero chiuso.
C’è da chiedersi che ne sarà dell’atteso concorso per le cattedre nelle scuole: si sarebbe dovuto svolgere nel 2014, è stato rinviato per far spazio al maxi piano di regolarizzazione dei precari e si svolgerà (si pensa) l’anno prossimo. Nel presentare la riforma, qualche mese fa, il ministro Giannini aveva lanciato come slogan: d’ora in poi insegnanti assunti solo per concorso. Non si è capito se si trattasse di una promessa o di una minaccia.