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Caro diario, in cento giorni lontano da scuola ho scoperto di amarla

La testimonianza di Arianna, maturanda al tempo del Covid

18/06/2020
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la Repubblica

di Arianna Apicella Arianna, studentessa di Reggio Calabria, racconta la sua maturità.

4 marzo. Caro diario, oggi con i ragazzi abbiamo pregato in tutte le lingue del mondo che ci chiudano la scuola per un paio di giorni così da scampare il compito di fisica (il terrore di ogni ragazzo di un liceo scientifico). Mi ha comunque interrogato in matematica e ho fatto compito di chimica, qualcuno ci salvi.

5 marzo. Hanno chiuso le scuole, niente compito di fisica e soprattutto fino al 14 posso recuperare tutto il sonno perso finora. Si parla di una decina di giorni, giusto il tempo per riportarmi al passo con le materie.

10 marzo. Oggi hanno dichiarato il lockdown, la situazione sembra farsi seria, e pensare che fino a ieri ero con i compagni a festeggiare i 100 giorni alla maturità, il traguardo che tutti aspettiamo dal primo giorno di questo quinto anno.

16 marzo. La situazione è sempre più strana, oggi abbiamo iniziato le lezioni online, è stato strano non sentire la campanella e pregare che la settimana iniziata non sia pesante come le altre. Vediamo come andrà a finire, intanto le prof cercano di incoraggiarci come sempre.

17 marzo. Oggi è una giornata proprio brutta, ho aperto il pc e ho notato subito la mail con il rinvio del test di ammissione per Medicina alla Cattolica a Roma. Sembra che tutto ci stia sfuggendo di mano, la situazione degenera e non ti nascondo che un po’ di paura ce l’ho.

6 aprile. Ormai è un mese che siamo chiusi a casa, mi mancano i compagni e addirittura i pomeriggi a sbattere la testa sui libri per le interrogazioni, è tutto strano, il tempo sfugge e non me ne accorgo. Mi sembra che i miei 18 anni stiano volando così in fretta da non riuscire a godermeli. Avevo immaginato questo ultimo anno ricco di risate, ansie e paure seduta all’ultimo banco della fila centrale con Sara, mia compagna di banco da anni.

20 aprile . Si parla di una data limite per decidere se la maturità sarà in presenza o in remoto, se entro il 17 o 18 maggio non saremo sui banchi, probabilmente svolgeremo il tutto da casa. Quando ho avuto la conferma dai prof è come se mi avessero strappato un piccolo sogno. Ho sempre immaginato la maturità come il punto di partenza per spiccare il volo nel mondo degli adulti, la fine di un percorso ma l’inizio forse della vera vita e il pensiero di non poter piangere con i miei compagni la notte prima degli esami, di non godermi l’ansia prima di entrare a fare l’esame mi sconvolge abbastanza.

2 maggio. Ormai non penso proprio che torneremo a scuola. Mi mancano i compagni, le risate al cambio dell’ora, le imitazioni dei prof quando sono assenti, le partite in cortile. Mi mancano anche le lacrime per le difficoltà incontrate e gli abbracci di conforto. Non pensavo che mi sarebbe mancata così tanto la scuola. E che non avrei avuto il mio ultimo giorno, con i gavettoni preparati dalla mattina, le magliette con le frasi, le corse fuori e tornare a casa fradici ma felici.

20 maggio . Per fortuna le notizie sono migliori, sembra che la maturità sarà in presenza, stiamo aspettando la conferma della ministra e la pubblicazione dell’ordinanza, ma ho questa piccola speranza, un barlume di normalità sta tornando. Le lezioni online sono andate per il meglio, i prof ci hanno fatto studiare un bel po’, ma hanno cercato di rendere tutto normale. Non li vedo ormai dal 4 marzo e, devo ammetterlo, mi mancano tanto, perché in fondo ci hanno fatto sentire a casa tra quelle quattro mura che il primo giorno di liceo ci terrorizzavano e ora ci mancano da morire.

5 giugno . La maturità sarà in presenza, sarà diversa ma almeno ci sarà. Dovremo indossare mascherine e disinfettare in continuazione le mani, vedere i professori e alcuni compagni, però, mi rende felice. Oggi ho fatto l’ultima interrogazione dell’anno e quindi l’ultima di 13 anni di scuola, al solo pensiero mi viene da piangere per quanto tutto questo mi mancherà. Con i ragazzi abbiamo già iniziato a organizzare lo studio, si prospettano dieci giornate di fuoco. In fondo sono felice, li rivedrò e soprattutto sta tornando la felicità in quasi tutte le case. Hanno riaperto da due settimane anche le attività commerciali, si respira un’aria diversa per le strade, colme di ragazzi con guanti e mascherine, che però celano occhi speranzosi.

11 giugno . Abbiamo iniziato a studiare in gruppo con cinque, sei compagne, è stato bellissimo rivederle con i loro zaini pieni di libri e di cibi spazzatura. Siamo sommersi dai programmi da ripetere: insieme ce la faremo, ne sono sicura.

16 giugno . Oggi è una giornata triste e felice allo stesso tempo. È la notte prima degli esami, per le strade risuona Venditti, ragazzi che piangono abbracciati già consapevoli di quanto i compagni gli mancheranno. Nel pomeriggio avevo la musica nelle AirPods e ho buttato giù un piccolo discorso da dedicare ai miei compagni di vita in questi 5 anni indimenticabili. Sono stati uno per uno la mia roccia e so che loro come i professori saranno impressi nel mio cuore. L’ansia mi opprime un po’, non oso pensare come sarò tesa il 26 mattina visto che dovrò fare l’esame, ma sono felice al pensiero che, forse, tutto andrà per il meglio.


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