Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Caro-libri, test e sicurezza scuola bocciata dagli studenti I quiz per 10.000 ragazzi proposti da alcune sindacati studenteschi

Caro-libri, test e sicurezza scuola bocciata dagli studenti I quiz per 10.000 ragazzi proposti da alcune sindacati studenteschi

GIUDIZI NEGATIVI ANCHE PER L’INGRESSO DEI PRIVATI I RISULTATI SARANNO INVIATI AL NEO MINISTRO DELL’ISTRUZIONE

14/05/2013
Decrease text size Increase text size
Il Messaggero

Messa in sicurezza delle scuole, stop ai test Invalsi, comodato d’uso gratuito per contrastare il caro-libri. Sono alcune delle richieste che arrivano dai 10mila ragazzi romani che hanno partecipato al referendum promosso da tre organizzazioni studentesche (Uds, Link e Rete della Conoscenza) negli istituti superiori della Capitale. La consultazione, partita il 15 aprile e terminata la scorsa settimana, proponeva ai partecipanti di esprimersi su sette temi: ingresso dei privati negli istituti, sicurezza delle scuole, reddito di formazione, borse di studio, qualità dei tirocini, università a numero chiuso e sistemi di valutazione come i test Invalsi. I voti sono stati raccolti in nove seggi dislocati in altrettanti istituti superiori (Tasso, Keplero, Carducci, Giordano Bruno, Colombo, Peano, Primo Levi, Marcantonio Colonna e Avogadro) ai quali vanno aggiunti quelli arrivati sul sito internet dell’iniziativa, referendumstudentesco.it. Per tutti i quesiti dagli studenti sono state espresse pesanti bocciature al sistema-scuola così com’è oggi. «Ora sottoporremo questi risultati alla Regione e al nuovo ministro dell’Istruzione, Anna Maria Carrozza», spiega la responsabile dell’Uds romana Camilla Guarino.
LE STRUTTURE

Il primo quesito interrogava gli studenti sulle priorità che dovrebbero orientare il lavoro delle istituzioni locali e nazionali che si occupano di Istruzione. Tra le opzioni più vate quella sulla sicurezza degli edifici scolastici. «Poche settimane fa al Liceo Orazio è crollata una persiana e uno studente è finito al pronto soccorso. E altre scuole elementari, come la Romolo Balzani, sono state chiuse per cedimenti strutturali», sottolinea il coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, Roberto Campanelli. «Purtroppo solo un quarto delle scuole è in regola con tutte le certificazioni di sicurezza e oggi la manutenzione è ridotta a lumicino, tanto che ad esempio nel 45% delle scuole monitorate da Cittadinanzattiva sono stati richiesti interventi strutturali, ma in oltre la metà dei casi l’ente proprietario non è mai intervenuto». Gli ultimi dati sull’edilizia scolastica «parlano di lesioni strutturali in una scuola su dieci, distacchi di intonaco in una su cinque, muffe ed infiltrazioni in una su quattro».
IL MODELLO

Per quanto riguarda il diritto allo studio dal referendum sono emerse forti perplessità sulla formula del “prestito d’onore”, un modello che in altri paesi, come negli Usa, si è imposto da anni con successo ma che in Italia non è mai decollato. «Si tratta di un prestito bancario che al termine degli studi deve essere restituito. Ma in un paese come il nostro dove la disoccupazione giovanile è quasi al 40% la restituzione appare praticamente impossibile per quasi tutti i ragazzi».
I TEST INVALSI

Bocciati anche i test Invalsi, le verifiche periodiche sulle conoscenze e le abilità degli studenti a cui giovedì prossimo saranno sottoposti gli alunni delle scuole superiori di tutta Italia. «Questo modello di valutazione si è andato ad affermare senza coinvolgere veramente gli organi decisionali delle scuole, che non hanno potuto decidere né a livello locale né a livello nazionale», spiegano dall’Uds. Giudizio negativo anche sul numero chiuso nelle università che «ha causato la carenza di tante figure professionali», sul sistema dei tirocini per cui «manca una legge unica nazionale e oggi il rischio è che si trasformino in una specie di sfruttamento», e sull’ingresso di enti privati negli organi di indirizzo delle scuole: «Sì all’autonomia, ma senza degenerazioni».
Lorenzo De Cicco