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Carta-Programma per un futuro governo, le proposte dei DS-di Mariangela Bastico

Programma per un futuro governo, le proposte dei DS Le priorità del programma di governo dei DS per quanto riguarda il sapere e la conoscenza si collocano nella strategia europea di Lisbona: s...

02/11/2005
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Carta

Programma per un futuro governo, le proposte dei DS

Le priorità del programma di governo dei DS per quanto riguarda il sapere e la conoscenza si collocano nella strategia europea di Lisbona: sapere e conoscenza sono diritti essenziali di ogni persona e investimento strategico per lo sviluppo economico e culturale, per la buona e piena occupazione, per la coesione sociale del Paese.
Nel concreto, da un lato occorre fare degli asili nido il punto di partenza del percorso educativo, generalizzare la fruizione della scuola dell'infanzia, e, dall'altro, affermare il diritto alla formazione permanente dentro e fuori il lavoro, come un nuovo fondamentale diritto di cittadinanza. Due politiche delle quali il centro destra non si è assolutamente preoccupato, mentre ha impoverito l'intero sistema formativo rendendolo impotente ad attuare le nuove sfide dell'integrazione degli stranieri e del successo formativo, accentuandone i caratteri discriminatori e precarizzandone il personale.
Per questo, i DS hanno elaborato due proposte di legge, una di iniziativa popolare "0-6 anni", l'altra sulla formazione per tutta la vita. Infatti, la strategia che vogliamo adottare è quella di individuare con chiarezza l'alternativa alla Moratti e attraverso questa cancellare - indicando concretamente ciò che intendiamo fare le norme del centrodestra. Un colpo di spugna non basta: occorre definire gli obiettivi, per dare prospettive certe a un sistema formativo precipitato nel caos.
I nostri obiettivi sono: la comprensività nella scuola di base, per ridurre i salti in cui i più deboli cadono; la riaffermazione del valore sociale ed educativo del tempo pieno, il prolungamento dell'obbligo scolastico quello vero al biennio della superiore con un biennio unitario, per abrogare la canalizzazione precoce che è l'anima della legge Moratti; la riaffermazione del valore della istruzione tecnica e professionale, del suo carattere insieme professionalizzante e propedeutico alla prosecuzione degli studi; la crescita del numero degli studenti universitari e dei laureati, incrementando la qualità degli studi e la capacità di ricerca; la formazione per tutta la vita che premi il merito ma non escluda nessuno.
Per gli asili nido proponiamo l'istituzione di un fondo nazionale che contribuisca ad allargare progressivamente al 33 per cento il numero dei bambini che li frequentano, come indicato dalla UE.
Va garantita inoltre la generalizzazione della scuola dell'infanzia. Tutti i giovani tutti e non uno di meno devono poter raggiungere la qualifica professionale o il diploma, arrivando entro il 2010 all'85 per cento di diplomati. Occorre inoltre incrementare con adeguati investimenti il numero degli adulti in formazione.
Stabilito il quadro delle risorse e degli obiettivi e gli interventi legislativi necessari il futuro della scuola e della università, la sua riforma reale, va messa nelle mani di chi nel sistema dell'istruzione vive e lavora, con sostegno delle istituzioni locali e di chi sui territori opera per la centralità del sapere. Ogni intervento per qualificare scuola, università, ricerca deve dunque, in via prioritaria, essere rivolto alla valorizzazione del personale che vi lavora. La "risorsa umana", essenziale all'innovazione, è ancora più determinante nell'area del sapere e della ricerca. Non zavorra da ridurre, come sotteso dalla Moratti, ma attore protagonista del cambiamento.
In questo contesto vanno definite le norme sullo stato giuridico, la formazione in ingresso, l'aggiornamento continuo dei docenti, dei non docenti, dei ricercatori.
Attori e non passivi fruitori dei percorsi formativi sono gli studenti, per i quali va delineata una vera e propria cittadinanza studentesca. All'interno di questa,il diritto allo studio non èp solo diritto all'accesso per gli studenti a basso reddito, ma diritto al conseguimento del successo formativo, tramite un mi9x di interventi economici (borse di studio) e di servizi per la vita dello studente, e un legame forte con le politiche giovanili, culturali, abitative delle città.
VA rafforzata, anche tramite nuovi organi di indirizzo e autogoverno, l'autonomia dei soggetti dell'istruzione e della formazione, da realizzare nell'ambito di norme secondo un modello collaborativi, non competitivo e nel quadro di una necessaria valutazione interna ed esterna alle autonomie stesse.
E' decisiva la relazione con le autonomie e i sistemi locali che dà valore e arricchisce di contenuti e di opportunità l'autonomia stessa dei soggetti; una relazione caratterizzata da progettualità comune e definizione di patti e intese. Un sistema che valorizza i soggetti autonomi, si radica nel territorio e che deve continuare ad essere sistema unitarioi, di carattere nazionale; il Governo infatti deve fissare i livelli essenziali, gli obiettivi fondamentali, le norme generali che garantiscano l'unitarietà del sistema e i diritti dei cittadini; deve inoltre affrontare, con adeguate risorse finanziarie, il dislivello di risprse fra le istituzioni formative del nord e quelle del sud

Mariangela Bastico
responsabile area "conoscenza" della commissione nazionale per il progetto dei DS
Assessore scuola, FP, università, lavoro e pari opportunità della regione Emilia Romagna