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CGIL: carriera dei docenti non per legge ma per contratto

Dacrema alla Luiss durante la 1.a giornata dell'Education

08/10/2014
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Tuttoscuola

Nel corso della "1.a giornata dell’education" (Merito, Valutazione, Alternanza, Innovazione) alla Luiss "Guido Carli" di Roma, promossa da Confindustria, Gruppo 24ore, Scuola24, Italia Expo e dalla stessa Luiss, Fabrizio Dacrema della Cgil confederale, in sostituzione di Susanna Camusso, è intervenuto sul tema della carriera degli insegnanti e della relativa contrattazione.

Ha rivendicato il merito della sua organizzazione di aver proposto alla fine degli anni ’80 il full time a scuola per tutti gli insegnanti.

Ha respinto con decisione la tesi di Confindustria, secondo la quale la carriera dei docenti dovrebbe essere definita da norme legislative.

La questione, come è noto, è oggetto di dibattito. È infatti ritornata di attualità la tesi Aprea che prevede il ritorno parziale di stato giuridico degli insegnanti (carriera e valutazione) attraverso una norma di legge anziché per via contrattuale.

Nella Buona Scuola viene data una strana definizione di stato giuridico degli insegnanti riconducendone l’attuazione attraverso il contratto.

Dacrema ha sostenuto con forza la tesi che la carriera deve essere esclusivamente definita per via contrattuale, affermando che in tutto il mondo del lavoro (in Italia) la carriera professionale viene definita attraverso la contrattazione.

La determinazione con cui l’esponente sindacale ha sostenuto l’esclusiva via del contratto per definire la carriera sembra essere un chiaro segnale anche verso il premier Renzi e la ministra Giannini, forse per evitare che la sgradita (ai sindacati) proposta di progressione di carriera per merito anziché per anzianità contenuta nella Buona Scuola vada avanti comunque, ricorrendo, se necessario, all’intervento legislativo.