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CGIL: Sulle pensioni è golpe

Con gli emendamenti in crisi il piano Sacconi di isolare Corso Italia. Camusso: rafforzano le nostre ragioni

31/08/2011
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l'Unità

Massimo Franchi

Il «golpe» (Camusso dixit) del governo sulle pensioni produce un sostanziale ricompattamento dei sindacati e mette in difficoltà il piano di Sacconi che mirava a isolare la Cgil. La segreteria nazionale del sindacato guidato da Luigi Angeletti ha deciso di andare verso uno «sciopero generale dei dipendenti pubblici » Una decisione epocale perché l’ultimo sciopero della Uil fu indetto più di due anni fa. Sulla stessa linea la Cisl di Bonanni che con una nota della segreteria confederale annuncia che «deciderà nelle prossime ore iniziative di protesta e di mobilitazione». Non che i rapporti tra le tre confederazioni siano di colpo diventati idilliaci (ieri, prima della notizia dello sciopero della Uil, le punture di spillo tra i leader non erano mancate), però la reazione alla norma sul riscatto degli anni di anzianità ha prodotto la stessa risposta: «inaccettabile e profondamente iniqua», soprattutto per i dipendenti pubblici, i più colpiti dalle varie manovre. La Cisl della giudica «inaccettabile e fortemente iniquo» il provvedimento previsto dalla manovra in materia di pensioni in quanto «discriminatorio nei confronti dei lavoratori che hanno pagato di tasca propria il riscatto della laurea sulla base delle norme vigenti, azzerando di fatto anche i contributi del servizio militare». In un linguaggio un po’ sindacalese, la Uil va oltre. La segreteria nazionale ieri ha «deciso di avviare un percorso di mobilitazione» e in questo quadro «il Comitato centrale della Uil nazionale, già convocato per il prossimo 16 settembre, deciderà, anche sulla base degli effetti della mobilitazione, la data di uno sciopero generale dei lavoratori del pubblico impiego».

«MANOVRA PEGGIORATA» È stata comunque Susanna Camusso ad usare i toni più forti. Per il segretario generale della Cgil dal vertice di Villa San Martino è uscito un vero e proprio «golpe sulle pensioni ». Un vertice che ha «perfino peggiorato » la manovra. E per questo le ragioni dello sciopero di martedì 6 settembre, ragione della conferenza stampa convocata a Corso Italia, «sono se è possibile aumentate». «Basandosi sul comunicato finale di ieri e senza testi di emendamenti», la leader Cgil di rosso vestita ha snocciolato tutti i peggioramenti della manovra uscita da Arcore. «Una manovra tutt'altro che stravolta», visto che «solo due articoli su 20 sono stati cambiati ». Il più «iniquo» è quello sulle pensioni. «Avevano promesso di non toccarle e hanno fatto un golpe della cui gravità non ci si è ancora accorti ». Il provvedimento sul riscatto di servizio militare «è una discriminazione di genere» (e detto da una donna ha ancora più significato), «in particolare per i lavoratori precoci e gli operai», che saranno costretti a lavorare un anno in più. Quello sugli anni dell'università «farà andare medici in pensione a 70 anni, facendo perdere ad ogni laureato, che pagando profumatamente il riscatto aveva fatto un contratto con lo Stato, dai 4 agli 8 anni di contributi» e «ancora più grave dà il messaggio ai giovani che studiare non è importante, rinviando sine die il loro inserimento nel mondo del lavoro perché blocca il turn over». Un provvedimento che colpisce le assunzioni promesse nella scuola e in particolare i dipendenti pubblici. «Per loro rimane il contributo di solidarietà e tutte le norme sulla tredicesima, facendogli pagare il prezzo più alto». La morale è che i «cambiamenti colpiscono ancora di più i lavoratori dipendenti, ribadendo il carattere classista della manovra ». Il segretario della Cgil poi ricorda «lo spirito di vendetta con cui si colpiscono il sistema cooperativo e il settore delle energie rinnovabili, gli unici in utile, aumentando il carattere depressivo della manovra». Rimangono poi «tutte le norme demagogiche sulle festività, sull’articolo 8 e la vergogna delle norme ghetto sui disabili». SCIOPERO IN 100 PIAZZE Per tutti questi motivi martedì 6 settembre la Cgil scenderà in 100 piazze e la parola d'ordine è «Nessuna rassegnazione » (messaggio con cui si chiude lo spot illustrato dal segretario confederale Enrico Panini) per cambiare la manovra (in quei giorni in discussione in Parlamento) con «urgenza», davanti ad «una stagione straordinaria, senza precedenti». «Cento piazze per un’altra manovra possibile», spiega Panini, che annuncia di aver demandato «a società esterne il calcolo dell’adesione allo sciopero», «precedendo le stime da 3 per cento che il governo farà sicuramente ».