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Chi vuole rottamare lo sciopero?

di Pippo Frisone

10/10/2012
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ScuolaOggi




Dopo lo sciopero dei lavoratori del pubblico impiego del 28 settembre, adesso tocca alla scuola.

A proclamarlo questa volta è la sola Flc-Cgil  nel giorno di più alto gradimento, vale a dire    Venerdi 12 ottobre e per l’intera giornata. L’ultimo sciopero della scuola, risale giustappunto a un anno fa ed esattamente al 6 settembre del 2011. Scioperi, dicono i detrattori della CGIL, di pura testimonianza che hanno inciso poco o niente nell’iter dei provvedimenti che si sono abbattuti dal 2008 in avanti come uno tsunami sul pubblico impiego  ed in particolare sui lavoratori docenti e ata della scuola. Col governo Monti sembrava che la scuola venisse risparmiata da ulteriori sacrifici.

Poi la spending review  che taglia e toglie nuove risorse alla scuola mentre con la nuova legge di stabilità è in arrivo una nuova stangata di 10miliardi con sanità e statali ancora sotto torchio.

I pochi incontri delle parti sociali col Governo si sono ridotti ad una presa d’atto delle comunicazioni e delle decisioni unilaterali dell’esecutivo.

La concertazione è stata completamente svuotata di significato e della valenza originaria.

Gli unici tavoli di confronto vero restano 150 tavoli di crisi al Ministero delle attività produttive.

Cosa deve fare il sindacato quando sulle pensioni si eliminano i requisiti precedenti, innalzando l’età pensionabile con 360mila esodati ? Quando da tre anni si bloccano contratti e scatti di anzianità, non si procede alla stabilizzazione dei precari e ci si inventa un concorso a quiz inutile e costoso ? Quando si modifica l’art.18 dello statuto?

Quando si costringono 3500 docenti inidonei a transitare nelle segreterie delle scuole ?

Quando a 8500 esuberi non si dà alcuna prospettiva se non quello di un futuro incerto e precario?

Per molto meno in passato di fronte all’irremovibilità e ottusità dei governanti , i sindacati rispondevano unitariamente con lo sciopero generale.

Il 12 ottobre a contrastare la politica del governo Monti ci prova ancora una volta la  CGIL.

Il più grande sciopero della scuola , contro le riforme Tremonti-Gelmini , risale oramai a quattro anni fa. In quella occasione che vide tutto il fronte sindacale unito ci fu una massiccia adesione dei lavoratori della scuola allo sciopero che sfiorò il 65%.

Poi i sindacati presero strade diverse tra filo-governativi e non, tra moderati e antagonisti.

Da quel momento il potere contrattuale dei sindacati si è indebolìto fino alla quasi irrilevanza di oggi.

I sindacati appaiono sempre più come dei giganti dai piedi d’argilla e ogni volta che marciano separati e divisi mostrano tutte le loro contraddizioni vecchie e nuove.

Lo sciopero viene fatto passare come un’arma vecchia e spuntata , destinata prima o poi alla rottamazione.

Ai sindacati vengono chiesti sempre più certificati di fedeltà e di moderazione, emarginando fino alla esclusione  quanti non si adeguano o hanno una visione diversa  .

C’è riuscito in modo deciso e convinto il governo Berlusconi prima. C’è riuscito benissimo Marchionne alla Fiat.

Ci sta riuscendo con minor clamore anche il governo dei professori .

Da rottamare oggi non è tanto il diritto di sciopero ma quelle politiche che inseguendo i favori di questo o quel governo, di questo o quel partito perdono di vista la difesa del lavoro e dei lavoratori, i diritti dei precari e la tutela dei più deboli.

Da rottamare oggi è la cattiva politica e quella  che vuole gettare alle ortiche  l’unità sindacale.

Chi vuole oggi rottamare lo sciopero, disprezzando ogni azione collettiva e inseguendo  le scorciatoie individuali si prepara a rottamare domani i sindacati  e coi sindacati la democrazia del nostro Paese.

Per tutti questi motivi il 12 ottobre bisogna scendere in piazza e scioperare . Uniti e mai più divisi.