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Ci risiamo

Le scuole private riconosciute riceveranno dallo Stato 245 milioni di euro grazie al provvedimento presentato dal governo in Commissione Bilancio

16/11/2010
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Libertà

di MONICA CAIAZZO*
Ci risiamo. L'interpretazione pseudo-estensiva (per usare un eufemismo!) del testo costituzionale, operata da questo governo, intacca di nuovo ed ancor più profondamente la già fumosa laicità dello Stato italiano. Le scuole private riconosciute riceveranno dallo Stato 245 milioni di euro grazie al provvedimento presentato dal governo in Commissione Bilancio, che modifica il comma 47 del maxiemendamento al disegno di legge di stabilità. Il ministro Gelmini si compiace del risultato e ringrazia il Presidente del Consiglio ed il collega Tremonti poiché, dichiara "si è dato al sistema della formazione, scuola e università la giusta priorità, la giusta importanza". Il concetto di giustizia è forse relativo? Non parliamo di un soggetto privato che si esprime, ma della voce dello Stato, del soggetto pubblico per eccellenza che dovrebbe regolare e disciplinare con equità la vita della società e dei cittadini che la compongono, rispettando il dettato di quei costituenti che consentirono il pluralismo nella formazione a patto che NON comportasse oneri per lo Stato. Parallelamente assistiamo alla rapida degenerazione della scuola pubblica, dove i tagli del personale non consentono più di svolgere un'attività didattica di qualità e contrastano esplicitamente con le normative in termini di sicurezza; dove il tempo pieno è diventato una sterile copertura di ore attraverso personale non qualificato e non più come un tempo, un reale potenziamento dell'attività didattica e formativa; dove la progettazione dei piani di studio nella scuola secondaria di secondo grado amplifica la divaricazione tra licei e scuole professionali o tecniche, fortemente dequalificate, promuovendo un'impostazione classista e tipicamente gentiliana; dove non si risponde alle richieste dei cittadini, come ha testimoniato il nostro territorio che non è riuscito a concedere ben 10 classi sulle 12 richieste di scuola materna, non consentendo a ben 250 bambini il diritto di formarsi in un momento centrale della crescita; dove la scarsità di risorse destinate ai portatori di handicap si evidenzia con l'impossibilità delle scuole di rispettare il dettato di diagnosi funzionali e profili dinamici funzionali. E l'elenco potrebbe ulteriormente prolungarsi. Ma forse rientra nel campo semantico della parola "giustizia" del ministro Gelmini il fatto che tocchi ormai alle famiglie degli studenti delle scuole pubbliche supportare gli istituti con la fornitura di carta igienica, di sapone, di carta per fotocopie, di toner…Per tutto questo il denaro pubblico non era disponibile, come non lo era, nonostante le pressanti richieste di studenti, famiglie, docenti, dirigenti ed organizzazioni sindacali, di avviare in progetto graduale, ma reale, di immissioni in ruolo del personale precario coprendo realmente i posti vacanti, ad oggi spesso coperti da ripetuti contratti a tempo determinato.
Eppure il provvedimento sopra citato prevede finanziamenti agli atenei, fondi per le borse di studio e risorse per far partire finalmente i concorsi di quegli "agitati" ricercatori che scombussolano le sedi accademiche. Che il governo non creda di ingannarci di nuovo! Concordo pienamente con il segretario della Cgil Mimmo Pantaleo che rivede compiersi il solito gioco delle tre carte: l'incremento di fondi per l'università non compensa né cancella i tagli di 1,4 miliardi previsti dal decreto fiscale del 2008. Agli istituti di ricerca si conferma la diminuzione di 95 milioni del fondo per il 2011.
Nonostante la sua instabilità e vulnerabilità questo governo persevera nella sua opera di palese demolizione della formazione pubblica, incentivando illeggittimamente lo spazio privato, prevalentemente cattolico.
Siamo davvero stanchi di questo tsunami.
Concordiamo pienamente con la signora Maria Stella Gelmini che sostiene la necessità di concretizzare i principio costituzionale che prevede che tutti i ragazzi meritevoli, ancorché privi di mezzi, devono ricevere il più alto livello di istruzione. Ma differentemente da lei, afflitta dal mondo delle contraddizioni da cui è evidentemente avvolta, noi lotteremo seriamente. Lo scopo prioritario che perseguiremo nei mesi a venire è di investire, contro un'assurda attività di disincentivazione, in un settore centrale per la crescita umana, professionale ed etica del paese. Restituire alla scuola il suo valore di risorsa fondamentale per lo sviluppo e la crescita sarà possibile soltanto a patto di un concreto progetto di rivisitazione delle scelte attuali e di una ridefinizione analitica e responsabile delle impellenti problematiche sopra esposte.
*Insegnante e responsabile provinciale scuola Sinistra Ecologia e Libertà
Piacenza