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Cnr, i precari si calano dal tetto: “La ricerca è appesa a un filo”.
Poi incontrano Grasso: “Il vostro lavoro è il futuro del paese”
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“La ricerca pubblica è appesa un filo”. Per questo oggi un gruppo di ricercatori del Cnr si sono calati dal tetto della sede di piazzale Aldo Moro a Roma, restando appesi a settanta metri dal suolo. “Dopo un mese di occupazione delle sede centrale e di altre sedici sedi in tutta Italia, siamo arrivati a questo gesto, perché la nostra protesta a favore della stabilizzazione, prevista dal decreto Madia, non ha mai avuto luogo” denunciano i ricercatori.
Poi una rappresentanza di questi si è spostata all’Hotel Quirinale, dove si stanno svolgendo i tavoli tematici per il programma di Liberi e Uguali e i ricercatori hanno incontrato Pietro Grasso a cui hanno espresso forti preoccupazioni perché “nella legge di bilancio in discussione in queste ore il finanziamento per la ricerca e per la stabilizzazione è totalmente insufficiente. I fondi infatti – spiegano i ricercatori a Grasso – coprirebbero solo 200 persone su quasi 10000 aventi diritto”. “Per me il lavoro di ricerca precario non dovrebbe esistere. Il lavoro di ricerca è quello che darà insieme all’innovazione, futuro al nostro Paese. Questo forse non si è ancora ben compreso, ma noi cercheremo di farlo comprendere”.