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Concorso per 12 mila prof in tre anni

Chiesta l'autorizzazione. Si parte a novembre, con le vecchie regole

05/06/2012
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ItaliaOggi

Dopo una attenta verifica, i docenti che andranno in pensione nei prossimi tre anni risultano essere veramente pochini: complici le norme più restrittive imposte con la riforma del lavoro di Elsa Fornero, tra il 2012/2013 e il 2015/2016 i pensionamenti saranno 24 mila. Questa la stima del ministero dell'istruzione che ha chiesto l'autorizzazione ai ministeri della funzione pubblica e del tesoro per bandire il concorso sulla metà dei posti che si rendono vacanti: 12 mila cattedre su tree anni da mettere a gara con le vecchie regole. Utilizzando una delega aperta, sarà possibile cambiare ben poco del regolamento. Per un concorso del tutto nuovo servirebbe una nuova legge, ma il clima e i tempi non sembrano favorevoli. Anche perché il ministro, Francesco Profumo, questa volta sembra proprio aver deciso: dopo aver annunciato un concorso meritocratico, aperto ai giovani, bandirà una gara per chi è già abilitato, ma lasciando fuori chi si abiliterà il prossimo anno con i Tfa, i tirocini formativi attivi. Il concorso sarà probabilmente, sempre stando alle volontà del ministro, bandito per novembre, per chiudersi entro la prossima primavera. Le graduatorie avranno validità per tre anni, salvo che non si realizzino per niente nuovi concorsi. L'altra metà dei posti andrà ai docenti che sono già iscritti in graduatoria permanente. «Non si capisce quale sia il motivo per imporre a chi è già in una graduatoria destinata alle assunzioni di dover sostenere un altro concorso per aspirare agli stessi posti ai quali può già accedere», attacca Mimmo Pantaleo, leader della Flc-Cgil, «se il problema è che in qualche provincia mancano aspiranti, si accolga la nostra proposta di affiancare alle graduatorie provinciali una graduatoria nazionale dalla quale attingere qualora nella singola provincia non vi siano più aspiranti: in questo modo si renderebbe anche più veloce lo svuotamento delle graduatorie e meno avventuroso il cambio di provincia.