Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Concorso straordinario, tamponi solo in zona rossa Bloccate tutte le altre selezioni per 50 mila docenti

Concorso straordinario, tamponi solo in zona rossa Bloccate tutte le altre selezioni per 50 mila docenti

Il nuovo procotollo, meno restrittivo rispetto a quello della funzione pubblica

16/02/2021
Decrease text size Increase text size
ItaliaOggi

Marcco Nobilio

I candidati ai concorsi che si sposteranno dalle zone rosse o che parteciperanno alle prove in zone rosse, dovranno presentare, all'atto dell'ingresso nell'area concorsuale, un referto relativo ad un test antigenico rapido o molecolare non antecedente a 48 ore dalla data di svolgimento delle prove. Il test dovrà essere stato effettuato mediante un tampone oro-rino-faringeo presso una struttura pubblica o privata accreditata o autorizzata. Lo ha stabilito il ministero dell'istruzione con una nota emanata l'11 febbraio scorso (234). Il provvedimento modifica in senso meno restrittivo le disposizioni emanate dalla funzione pubblica il 3 febbraio scorso (7293).

La direttiva riguarda, nell'immediato, le sole prove del concorso straordinario, per il quale sono pervenute al ministero dell'istruzione circa 66mila domande a fronte di 32mila posti messi a concorso. Le selezioni si sono già svolte per circa i 2/3 dei candidati e le commissioni hanno già avviato la correzione degli elaborati. Ma poi l'inasprimento dell'emergenza sanitaria ha necessitato uno stop per le prove ancora non svolte. Che adesso sono state riavviate con le dovute precauzioni. Finora, peraltro, sono rimaste in stand by le altre procedure concorsuali previste. E cioè, la selezione ai fini del conseguimento della mera abilitazione, il concorso ordinario per l'infanzia e la primaria, per il quale sono state poste in palio 12.863 cattedre, e la selezione concorsuale ordinaria per le scuole secondarie di I e II grado, dove sono state messe a concorso 33mila cattedre.

La situazione, però, potrebbe gradualmente sbloccarsi. Il decreto del presidente del consiglio del 14 gennaio scorso reca, infatti, l'autorizzazione ad avviare le prove. Sebbene con vincoli e cautele che rallenteranno fortemente lo svolgimento delle procedure, già di per sé lentissime anche in tempi di ordinaria amministrazione. L'autorizzazione, infatti, vale nei casi in cui è prevista la partecipazione di un numero di candidati non superiore a trenta per ogni sessione o sede di prova e a patto che vengano rispettati rigidamente i protocolli sanitari (si veda l'articolo 1, comma 10, lettera z). Ed è proprio a questi protocolli che fa riferimento il ministero dell'istruzione nella nota dell'11 febbraio. A questo proposito, l'amministrazione ha chiarito, inoltre, che «gli altri candidati» non provenienti da zone rosse e, dunque, non soggetti al tampone, «dovranno comunque presentare l'autodichiarazione presente sull'apposito spazio informativo della procedura concorsuale, come aggiornato». Restano ferme le altre precauzioni previste dal protocollo della funzione pubblica. Va detto subito che il referto del tampone, se necessario, dovrà essere acquisito dai candidati interessati con spese a carico loro. L'amministrazione si limiterà a fornire ad ogni candidato una mascherina chirurgica e una penna monouso. Le strutture dove si terranno i concorsi saranno sanificate. E nelle aule dove si svolgeranno le prove dovrà essere garantita una distanza minima da candidato a candidato e da candidato a operatore della vigilanza o membro della commissione di non meno di due metri. Le misure che verranno adottate sono molto più rigorose di quelle che vengono applicate nelle aule scolastiche, dove gli alunni possono stare anche a distanza di un metro l'uno dall'altro. E ciò rischia di frapporre un ulteriore ostacolo per lo svolgimento delle prove.

Secondo quanto risulta a Italia Oggi, infatti, l'amministrazione scolastica, in prima battuta, aveva predisposto i calendari facendo affidamento sul distanziamento di un metro. L'inasprimento delle misure anti-Covid, quindi, ha comportato la rideterminazione della situazione logistica per adeguare la scelta e la predisposizione delle sedi concorsuali alle nuove misure. Ai candidati sarà fornita una mascherina chirurgica e non potranno usare altri dispositivi di protezione. Agli operatori della vigilanza e ai membri di commissione verrà fornita, invece, una mascherina FFP2 o FFP3. Gli ingressi saranno scaglionati in modo tale da non prevedere la presenza di più di 30 candidati per sede o per sessione. I percorsi di accesso e di uscita saranno individuati in modo tale che siano percorribili a senso unico. Così da evitare che lo stesso percorso possa essere utilizzato due volte dalla stessa persona. I percorsi saranno indicati in mappe che saranno esposte, così che possano essere agevolmente consultate dai diretti interessati. In ogni caso il percorso di ingresso e uscita dei candidati sarà diverso da quello utilizzato da operatori e commissari. Così come pure i servizi igienici. Le postazioni dei candidati saranno separate da barriere di plexiglass.


Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

SFOGLIALO IN ANTEPRIMA!