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Continua la rottamazione dei diritti

di Pippo Frisone

25/10/2010
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ScuolaOggi

Sull'obbligo scolastico si fa entrare dalla finestra, quello che era uscito dalla porta principale
(la legge n.296/06 sull' innalzamento dell' obbligo scolastico voluta dal governo Prodi).
L' ultimo anno dell' obbligo, quello che va dai 15 ai 16 anni, adesso è possibile assolverlo
nell' apprendistato e fuori dal sistema dell'istruzione e formazione!! Basti pensare a cos'è
l'apprendistato oggi nelle piccole,piccolissime imprese, spesso al limite dello sfruttamento
e in assenza di un monte ore formativo minimo garantito, per farsi un' idea delle ricadute che
questa norma avrà sugli studenti a forte rischio drop-out: espulsi e lasciati fuori da ogni circuito
d' istruzione e formazione. Una norma iniqua che colpisce i più deboli.
Un'altra norma che ha fatto molto discutere è quella su conciliazione e arbitrato (art.31).
Il dipendente all' atto dell' assunzione o meglio, superata la prova,deve decidere se affidarsi nelle
controversie di lavoro, ad esclusione dei licenziamenti, al giudice o all' arbitro.
La norma, se da un lato serve a decongestionare i tribunali nelle cause di lavoro, rendendo tra l'altro il tentativo di conciliazione non più obbligatorio ma facoltativo,è stata letta come un indebolimento generale delle tutele dei lavoratori. Sull'arbitrato, nella prima stesura, era intervenuto con pesanti rilievi, anche il Capo dello Stato.
E ancora, il collegato lavoro opera delle incursioni in materia contrattuale, indebolendo ancor più
i Contratti Nazionali, riconducendo sotto l' uniformità della legge e delegando ad appositi decreti
legislativi congedi, aspettative e permessi.
Dopo il decreto Brunetta ( dlgs.n.150/09), il collegato lavoro è un altro duro colpo assestato
all' autonomia contrattuale, ai diritti dei lavoratori che ne escono più indeboliti e meno tutelati.
Si ritorna a legificare su quanto in questi anni era stato delegato all' autonomia delle parti sociali e al contratto.
Si passa dalla flessibilità e dal decentramento negoziale, alla centralizzazione e alla imposizione per legge su rilevanti materie che così vengono sottratte al contratto.
Vengono così spacciati per riforme delle norme che hanno il solo scopo di restringere il campo dei diritti e delle tutele dei lavoratori dipendenti, riducendo ancor più lo stesso potere del sindacato.
Mi auguro che quei sindacati che tanto credito hanno dato e continuano a dare a questo governo
si rendano finalmente conto che con l' indebolimento dei contratti nazionali e il restringimento
dei diritti è lo stesso ruolo del sindacato e della rappresentanza dei lavoratori ad essere messo in
discussione.
Il rinvio per il secondo anno consecutivo delle elezioni delle RSU in tutto il P.I. sono un segnale
troppo forte per non rendersi conto della fase autoritaria e populista che sta attraversando il nostro Paese.
Speriamo che la democrazia rappresentativa di grandi masse di lavoratori e l' autonomia dai
partiti di governo, alla fine, come è già avvenuto in passato , ancora una volta prevalgano anche
nell' interesse di quelle stesse forze sindacali, oggi fin troppo inclini ad accordi separati che hanno ridotto spazi contrattuali e diritti