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Corriere Adriatico-"Cara Moratti, non ci stiamo"

Meno ore di sostegno e riduzione degli organici. La protesta infiamma pure Jesi "Cara Moratti, non ci stiamo" Troppi tagli, contro la riforma in piazza insegnanti e genitori Provocano. Giocano...

03/10/2004
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Corriere Adriatico

Meno ore di sostegno e riduzione degli organici. La protesta infiamma pure Jesi
"Cara Moratti, non ci stiamo"
Troppi tagli, contro la riforma in piazza insegnanti e genitori

Provocano. Giocano con la polemica dell'evoluzione. Lanciano strali su una "nuova" scuola che "torna sugli alberi", come scrivono alcune insegnanti sullo striscione posto sul banchetto in piazza della Repubblica, ieri pomeriggio. Protestano corpo docente e genitori, per la riforma Moratti, per i suoi tagli e obiettivi di risparmio economico mascherati sotto uno sviluppo socio-pedagogico. "ScuoTiAmo la scuola", scrivono ancora.

Pubblicamente in piazza, come hanno già fatto on-line sul loro sito www.scuoladitutti.it . E la gente si ferma a leggere, a chiedere. Perché la riforma cela molti aspetti dietro paroloni tipo "portfolio", "tutor", "personalizzazione". "Il Ministro Moratti - spiegano Maria Teresa Mancia, Mirella Argentati e Cristina Caterina, tre insegnanti - ha elaborato una legge che invece di rendere migliore la scuola, la fa arretrare almeno di 25 anni. L'obiettivo primario della nuova riforma è il risparmio economico, i tagli al corpo docente (sono stati dimezzati gli insegnanti di sostegno per i ragazzini portatori di handicap e per gli extracomunitari) che si faranno sentire solo dal prossimo anno. Mentre ci pare chiaro che per rafforzare una scuola servono piuttosto investimenti".

Tagli come sinonimo di abbassamento della qualità. Anche per quel che riguarda le ore di lezione. "Siamo passati a 27 ore obbligatorie - dicono ancora - contro le 30 del vecchio ordinamento scolastico. Le discipline devono quindi venire apprese da tutti con minore tempo, sia dai ragazzini con problemi che dalle eccellenze. E ci sembra che la Moratti punti solo ai primi della classe e non a tutti gli alunni, specie quando parla di cancellazione della compresenza. Due insegnanti almeno, garantivano che tutta la classe potesse seguire. Ora ci troviamo di fronte a un aumento della popolazione scolastica contro una riduzione dell'organico".

"E' tutto un disegno volto alla precarizzazione della scuola. Siamo qui - concludono le insegnanti - per difendere il nostro lavoro e anche l'idea di una scuola pubblica per tutti".

TA.FRE.