Corriere: Aiuti agli alunni nei test delle medie Il ministero: ora i prof restino fuori
Scuola L’Invalsi interviene dopo le polemiche dell’anno scorso. «Al Sud favoritismi» Consiglio ai docenti di italiano e matematica per gli esami di giovedì
ROMA — «Il giorno della somministrazione si consiglia che non siano presenti in aula insegnanti della disciplina oggetto della prova per vigilare sugli studenti assicurando ordine e silenzio». La prova è quella predisposta dall’Invalsi per i ragazzi di terza media, la «mini maturità» fissata per giovedì, una prova di Stato a tutti gli effetti. Il consiglio alle scuole viene dall’Istituto di valutazione che ha il compito di preparare la prima ed unica prova oggettiva della nostra scuola, riservata esclusivamente ai tredicenni: tanti quesiti di italiano e matematica a scelta multipla e a risposta aperta.
Fuori dalle aule i prof più coinvolti emotivamente dall’esito della prova oggettiva, suggerisce il protocollo Invalsi. Quelli, per dirla in soldoni, che potrebbero sentirsi indirettamente valutati come docenti. Non è una disposizione ma una cortese richiesta. Chi vuole può restare a fianco dei suoi alunni. Anche se ne va della buona reputazione della prova che, nonostante l’impegno dell’Invalsi, è un po’ chiacchierata.
Lo scorso anno il «buonismo » di alcuni professori, che non hanno resistito alla tentazione dell’aiutino, ha creato qualche difficoltà all’istituto. «Senza infingimenti, il protocollo vuole evitare che si ripeta quello che è sempre successo nelle somministrazioni dei test Invalsi: nel Sud ci sono insegnanti che se vedono i propri ragazzi in difficoltà intervengono», è il commento di Pasquale D’Avolio, fino allo scorso anno preside dell’istituto comprensivo di Paularo (Udine).
Nel giugno 2008 il test è stato sperimentale, senza conseguenze sul voto. Giovedì si svolgerà una prova scritta nazionale in piena regola, destinata a pesare sul risultato finale dell’esame. Anche se i criteri non sono stati indicati e questo significa che ogni commissione si regolerà come crede. Quel «fuori i prof di italiano e matematica» non lascia dubbi sulla preoccupazione degli esperti dell’Invalsi. Se gli «aiutini» dovessero ripetersi la credibilità del test subirebbe un altro duro colpo.
«Non vogliamo giudicare l’efficacia dell’insegnamento — ripete da sempre il presidente dell’Istituto, Piero Cipollone —. Lavoriamo per migliorare l’offerta formativa». Ma il problema è che le prove oggettive possono essere utilizzate anche per altri scopi. Questo devono aver pensato lo scorso anno i prof di alcune scuole del Sud. Come hanno scoperto, dopo la correzione degli elaborati, gli esperti dell’Istituto diretto dal professor Cipollone, colpiti da alcuni dati contrastanti con quelli delle grandi indagini internazionali tipo Ocse-Pisa.
«La distribuzione geografica dei risultati contraddice gran parte delle evidenze finora disponibili — si legge nella relazione —. In particolare sorprende che gli alunni delle regioni meridionali conseguano risultati migliori di quelli dei colleghi del Centro- Nord».