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Corriere: Atenei, test blindati Passerà uno su quattro

Università Test tra le proteste. Un arresto a Catanzaro

04/09/2008
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Corriere della sera

Ai futuri medici quiz su Verdi e Tamaro

Iniziate le prove di ammissione: duecentomila studenti si contendono circa 55 mila posti

MILANO — Escono stravolti, i libri sottobraccio e l'umore nero. «Quanta fatica sprecata: tutta l'estate a fare esercizi di chimica e poi mi chiedono Verdi. È ovvio che non ne so niente ». Il test di Medicina si è appena concluso, gli aspiranti chirurghi sfogano la delusione dopo due ore sotto stretta sorveglianza. Furiosi. Anche se in fondo, come dice Marcello Fontanesi, rettore della Bicocca di Milano, «lo sanno anche loro: la cultura generale fa parte della maturità dell'individuo».

Cinquantamila candidati solo ieri. E oggi si continua. Per un totale di 200 mila giovani pronti a contendersi uno dei 55 mila posti negli atenei a numero chiuso. Ne passerà uno su quattro.

I quesiti di Medicina: 33 di cultura generale e ragionamento logico, 21 di biologia, 13 di chimica, 13 di fisica e matematica. Gli ostacoli: una domanda sul De Bello Gallico, una sull'Infinito di Leopardi. E poi la capitale della Finlandia, la reggia di Caserta, l'autore di «Va' dove ti porta il cuore», la collocazione geografica del lago Trasimeno, i Dubliners di James Joyce. Panico. Come martedì alla Cattolica di Roma, quando a spiazzare gli studenti è stata una domanda sull'erede dello stilista Valentino. «E così — dice Giorgio, fuori dalla Sapienza (5 mila al test di ieri) — si premia chi non ha studiato e ha avuto solo fortuna». Replica Enrico Decleva, presidente della Crui, la conferenza nazionale dei rettori: «Non è irragionevole ritenere che certe conoscenze debbano far parte del bagaglio culturale di una persona, indipendentemente dall'ambito accademico prescelto».

Non che gli altri quiz siano piaciuti un granché. Musi lunghi per matematica, fisica, logica. La consapevolezza: in questa tornata di test è impossibile copiare. Dopo gli scandali del 2007 a Foggia, Bari, Chieti e Ancona, le università sono state trasformate in bunker. Ieri a Bari (2500 candidati, compresi gli indagati dell'anno scorso): plichi con i quiz scortati dalla polizia, candidati fatti passare sotto i metal detector, aule schermate (costo delle misure di sicurezza, 60 mila euro). Controlli serrati anche ad Ancona (si entra solo con libretto), a Roma (un sorvegliante ogni 25 concorrenti), a Foggia (telefonini neutralizzati), a Firenze (badge di riconoscimento), a Napoli (esclusa dall'esame una ragazza trovata con un palmare).

Prova sotto scorta. E un arresto. Proprio per i test truccati del 2007. Ieri mattina a Catanzaro (durante l'esame di Medicina) i carabinieri hanno fermato Walter Mancuso, addetto al servizio di pulizie dell'Università «Magna Grecia». Sarebbe stato lui, l'anno scorso, a trafugare i plichi delle prove di ammissione alle facoltà di Medicina, Veterinaria e Odontoiatria. Ad incastrarlo, un'impronta digitale.

Effetto test: ansia, speranze, scongiuri. Migliaia di ragazzi a giocarsi il loro futuro. Tante storie. E proteste. Come a Napoli, contro il numero chiuso. A Torino, invece, Giancarlo Fiorucci, medico in pensione di 73 anni, ha partecipato alle selezioni per dimostrarne l'inutilità. Con lui, il figlio di 37 anni, i dottori del Progetto Nazionale Prometeo, infermieri. Il commento di Fiorucci appena uscito dall'aula: «Queste domande non servono a stanare l'attitudine alla professione. È una prova inutile, tanto vale cancellarla ».

Annachiara Sacchi