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Corriere: «Basta conti da ragionieri, sugli insegnanti sarà battaglia»

BONANNI ( CISL)

27/09/2006
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Corriere della sera

ROMA — La giornata per Raffaele Bonanni non è ancora finita quando concede questo sfogo sulla scuola. Il segretario generale della Cisl è atteso a palazzo Chigi per una cena con il premier e gli altri leader sindacali. Su un piatto, le misure indigeste della Finanziaria, a partire dai tagli sui docenti; sull'altro, la prospettiva di un percorso comune di aggiornamento della riforma Dini sulle pensioni. Un menù difficile da comporre in poche ore.
Segretario Bonanni, si prospetto lo sciopero contro il governo? La concertazione è già finita?
«La concertazione in alcuni casi ancora funziona».
Ma non sulla scuola.
«Il governo sa che quello della scuola è terreno minato e non va tenuto in fibrillazione. Ora c'è un'irritazione molto forte. Spero che le posizioni dell'esecutivo vengano riconsiderate, anche perché non si esprimono inmodo collegiale.
Nel senso che il governo non è compatto sugli interventi da fare?
«Vedo che ci sono tanti ministri attenti alle nostre ragioni. E non potrebbe essere altrimenti: nel programma dell'Unione c'è scritto tutt'altro rispetto a quanto c'è stato appena prospettato».
Cosa contestate dei provvedimenti sulla scuola?
«Tutto. Una materia così delicata, su cui si discute da anni, avrebbe avuto bisogno di un confronto sereno e tranquillo. Invece qui la notte diciamo una cosa e il giorno ne sentiamo un'altra».
E di notte cosa dicevate?
«Si stava discutendo per fare finalmente luce sulla vicenda. Non era un modo d'inciuciare ma di commettere meno errori».
Voi sindacati cosa offrivate?
«Nel pubblico impiego la Cisl ha messo sul piatto la mobilità contrattata e l'esaltazione del salario legato alla produttività. Sono aperture importanti per il mio sindacato: sui problemi dei problemi».
E il governo come ha reagito?
«Il governo doveva fornirci il suo "piano industriale" e invece constato che si limita a lanciare grida thatcheriane. Mi dà l'impressione che agiti idee senza sapere poi come gestirle».
Faccia un esempio concreto.
«Non si può diminuire il numero degli insegnanti di sostegno per gli handicappati. E non si può diminuire il numero di tutti gli insegnanti. Ma come? Gli immigrati riempiono le nostre scuole e qui si fanno conti del ragioniere? E allora, quando è così, non si facciano discorsi stucchevoli sull'integrazione razziale».
Eppure al governo di centrosinistra si addebita sempre un occhio di riguardo nei confronti del pubblico impiego. Cosa è successo?
«Proprio sul pubblico impiego si addensano le nubi maggiori. Non vorrei che ci fosse un particolare cinismo nei confronti di questa categoria. Che dopo tanto ideologismo qui si facesse una sorta di controideologismo che è proprio dei neofiti».
Si parla già di sciopero generale, il primo contro questo governo.
«Certo c'è il rischio che lo sciopero della scuola si propaghi con effetto-domino alle altre categorie».
E se il governo decidesse di andare allo scontro?
«I sindacati andranno avanti. Ma è un errore perché a quel punto cambia proprio il clima. Sarebbe davvero un peccato».