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Corriere: Cortei in tutta Italia, in tremila al Senato

Occupazioni, prima inchiesta: nel mirino il «Giulio Cesare» di Roma. Domani sciopero della scuola

29/10/2008
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Corriere della sera

Gli studenti «assediano» Palazzo Madama: oggi bis per il voto finale sul decreto. A Torino lezione di Vattimo in piazza

ROMA — «Gelmini butta la pasta, Gelmini butta la pasta... ». Assedio sonoro. All'ora di cena, ieri sera, erano ancora là, gli studenti in rivolta. Davanti al fortino di Palazzo Madama, blindato da polizia e carabinieri. Studenti medi e universitari insieme: «Né rossi né neri, solo liberi pensieri», cantavano in coro per ribadire ancora una volta la loro volontà di non essere strumentalizzati dai partiti. In tremila, hanno tenuto duro fino all'ultimo, sotto una pioggia inclemente, sperando nel miracolo di bloccare in extremis l'approvazione del decreto Gelmini. Oggi, per il voto finale, torneranno. Ma la protesta non si ferma, comunque andrà lo scrutinio stamattina. Per domani, sono attesi a Roma nove treni speciali e quasi mille pullman da tutt'Italia per lo sciopero generale della scuola (partenza del corteo alle 9 da piazza Esedra e arrivo in piazza del Popolo dove per la Cgil parlerà Epifani). Già ieri, però, la lotta è stata dura: lezioni in piazza per gli universitari (i filosofi con Gianni Vattimo a Torino, gli ingegneri romani al Colosseo), cortei spontanei, licei occupati, fiaccolate di maestre e bimbi (a Milano da piazza Cordusio al Duomo), genitori travestiti da Re Magi sotto al ministero della Pubblica Istruzione per portare in «dono » alla Gelmini 15 mila firme anti-decreto. Ieri, la procura di Roma, dopo una segnalazione ricevuta dalla preside, Carla Sbrana, ha avviato un'indagine sull'occupazione del «Giulio Cesare » per invasione di edificio pubblico e interruzione di pubblico servizio. Quella dello storico liceo classico di Corso Trieste (tra gli ex alunni Antonello Venditti, Federico Moccia, Serena Dandini e Tullio De Mauro) è la prima occupazione a finire sotto inchiesta (in serata, poi, gli studenti hanno deciso di passare all'autogestione). Vana per tutto il giorno l'attesa di veder spuntare da Palazzo Madama la Gelmini, ieri mattina c'è stato però un botta e risposta fuori Montecitorio tra gli studenti del liceo Augusto (anche loro in sit-in contro la riforma) e il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. «Non è vero che ci sono tagli — ha detto loro il ministro —. Il governo vuole solo razionalizzare ». Perché allora — le hanno chiesto i ragazzi — è stata scelta la strada del decreto legge? «Io sono stata vicepresidente della Camera e so bene quanto ci mettono i provvedimenti ad arrivare all'approvazione — ha risposto la Meloni —. Per una riforma, con i tempi che ci sono, ci vorrebbero tre anni... ». L'ultima domanda: è vero che volete privatizzare la scuola? «No — è stata la pronta replica del ministro —. Se fosse così, mi dimetterei».

GUARDA i video degli studenti in piazza su www.corriere.it

Fabrizio Caccia