Corriere del Mezzogiorno: Alunni in classe, a casa i prof «salvati»
È il giorno di apertura delle scuole in Campania nell’ annus horribilis dell’occupazione e per la qualità del servizio offerto agli studenti. Domani, al di là dei proclami fatti dal ministro della Pubblica istruzione Gelimini, si vedranno i primi effetti di tagli e modifiche dell’universo scolastico.
E scatta l’ansia per l’influenza A, Vassallo (Cgil): subito incontro con gli insegnanti
NAPOLI — È il giorno di apertura delle scuole in Campania nell’ annus horribilis dell’occupazione e per la qualità del servizio offerto agli studenti. Domani, al di là dei proclami fatti dal ministro della Pubblica istruzione Gelimini, si vedranno i primi effetti di tagli e modifiche dell’universo scolastico.
«Sono 8.200 le persone rimaste senza lavoro — spiega Giuseppe Vassallo, segretario campano della Flc-Cgil —, 6.200 docenti e 2.000 fra tecnici e operatori. Ci sono scuole che non potranno aprire letteralmente. Nel senso che non ci sono gli addetti che tecnicamente aprono i cancelli la mattina». La situazione è molto grave soprattutto nei piccoli centri. Nel salernitano e in Irpinia sono state tagliate, secondo le indicazioni del ministero, le ore di varie materie come lingue straniere, musica, educazione fisica. Il risultato è che per il meccanismo con il quale è organizzato il corpo docente, alcune cattedre sono scomparse e quindi ci sono insegnati che fanno 4 ore a Casalvelino e 4 a Nocera: 80 chilometri e 5 ore di viaggio in auto al giorno, se va bene. Una condizione capestro per certi insegnanti di musica a 2 anni dalla pensione che non hanno alternative e che devono accumulare ore per raggiungere le 18 necessarie.
Le classi sono diventate più numerose e gli insegnanti, anche quelli di Italiano, devono correre da istituto a istituto dividendosi tra consigli di classe, dirigenti scolastici diversi, genitori e situazioni didattiche antitetiche. «L’indicazione è stata quella di fare dei tagli — continua Vassallo —. Molti bambini domani non troveranno i loro insegnanti ai quali erano affezionati. Alle elementari è stato eliminato il maestro unico. Alle scuole medie ridotte le ore».
In provincia di Avellino gli insegnanti di musica rimasti a spasso erano 19. Con l’intervento della Regione sono stati ripescati circa 4.000 precari. Cosa faranno? «Lo sforzo della Regione non si sa a quali risultati può portare — continua Vassallo —. Gli insegnanti recuperati dovranno seguire le indicazioni di un decreto che dirà come, con quale punteggio e come potranno essere impiegati. Da parte loro, i dirigenti scolastici fanno quello che possono; devono rispettare norme cui derivano responsabilità penali e civili. Se manca un insegnante devono tutelare la sicurezza dei bambini e quindi nominare un supplente. Ma spesso i soldi non ci sono e quindi si trovano delle soluzioni alternative». Ma sulla scuola c’è un altro probelma che potrebbe affacciarsi nei prossimi giorni: quallo dell’influenza A. «E’ una cosa da discutere al più presto — asserisce Vassallo —. Ne parleremo con i docenti, visto che anch’essi, come gli studenti sono a rischio di contagio. La scuola è comunque un luogo ad alta promiscuità».
Stessi problemi nell’area salernitana: domani circa 283 scuole riapriranno i battenti dopo la pausa estiva. Circa 180.000 gli studenti che torneranno a sedersi dietro i banchi.
Qualche istituto, in realtà, ha già ripeso le attività in settimana ma, il grosso delle scuole, riaprirà domani. Tra novità e disagi, però, non sarà un inizio di anno scolastico come gli altri. «Un malessere diffuso c’è, non possiamo nasconderlo con le parole », afferma il dirigente dell’ufficio scolastico della provincia di Salerno Luca Iannuzzi. Intanto non si ferma la protesta dei precari della scuola. Il comitato che riunisce gli insegnanti e il personale Ata, infatti, ha indetto una manifestazione proprio in occasione del primo giorno di scuola. L’appuntamento è per domani alle 17 nei pressi della stazione ferroviaria di Salerno. Sempre domani, inoltre, è in programma presso il Comune di Contursi un incontro per decidere il destino degli otto ragazzi del liceo classico Corbino ai quali hanno soppresso la classe. Novità, invece, al liceo classico Torquato Tasso di Salerno. Ieri il consiglio d'istituto ha ratificato il provvedimento preso nei giorni scorsi dal collegio dei docenti. Da domani il prestigioso istituto salernitano sperimenterà la settimana corta.
Per quanto riguarda Terra di Lavoro, in classe regolarmente i 154.456 studenti casertani. Qualche problema per lavori ancora in corso solo in alcuni edifici (liceo classico Giannone di Caserta, liceo classico di Santa Maria Capua Vetere i cui alunni saranno appoggiati in altre scuole per consentire il completamento degli interventi). Così, superati gli anni degli edifici fatiscenti, delle aule insufficienti, dei doppi turni, i problemi oggi sono altrove. Sono fra le centinaia di precari senza lavoro, fra le classi superaffollate, fra gli allievi diversamente abili senza sostegno. Una situazione a Caserta ancora più drammatica che altrove. Alla contrazione del numero di studenti di oltre 2.095 unità e di 68 classi (maggiore la flessione fra gli iscritti alle superiori: 53.294 quest’anno contro i 54.630 di quello scorso, mentre un incremento si registra nella scuola dell’infanzia: 20.140 per l’anno scolastico che sta per iniziare a fronte dei 18972 del 2008-09) si aggiunge, infatti, la perdita di quasi 800 posti di lavoro fra insegnanti e personale non docente. Intanto, sono solo 486 gli incarichi annuali da assegnare, meno della metà dei 1121 dello scorso anno.
Biagio Coscia
(hanno collaborato Carlo Gravina e Lidia Ruberto)