Corriere: Delbono, via all’operazione graffiti Crediti agli studenti «cancellatori»
Il neo primo cittadino di Bologna stanzia 180 mila euro per creare le «ronde con il pennello»
Il sindaco crea una commissione «artistica» per decidere quali salvare
DAL NOSTRO INVIATO
BOLOGNA — Guerra ai graffiti. Cercando di distinguere tra arte e imbrattamento. Guerra senza pie­tà contro scarabocchi, oscenità e vandalismi: al punto da mettere in campo ronde armate di pennello, commercianti sentinelle, arruola­bili perfino gli studenti nel ruolo di inflessibili cancellatori (con tan­to di ricompensa in crediti nel cur­riculum scolastico). Ma se l’opera ha un valore, se arricchisce un luo­go, se trasmette un determinato messaggio, allora no, merita di es­sere salvata e il suo autore, il wri­ter di turno, valorizzato.
Il neosindaco pd, Flavio Delbo­no, riparte da dove Sergio Coffera­ti, suo predecessore, si era ferma­to. Operazione-graffiti. Operazio­ne contenimento dei writer, che ormai dilagano all’ombra delle Due Torri.
Sono passati più di 15 anni da quando Dado, che ora ha 34 anni ed è uno dei graffitari più quotati della città, si presentò in Comune: «Mi autodenunciai — racconta — e chiesi un muro tutto per me: mi diedero un ponte...». Ora di ponti da dare non ce ne sono più. In compenso non si contano gli edifi­ci di pregio sfregiati da brutture. Romano Prodi, che dei 42 chilome­tri dei portici bolognesi conosce ogni mattonella, ha dato la linea, come si dice, un minuto dopo l’ele­zione a sindaco dell’ex allievo Del­bono: «Caro Flavio, adesso mettiti la tuta, prendi il pennello e comin­cia a tirar via i graffiti». Detto e fat­to: la prima delibera della primissi­ma riunione di giunta (14 luglio) sarà proprio dedicata a questo. I soldi sono pronti, così almeno as­sicurano: 180 mila euro. Le motiva­zioni fortissime: «Costruiremo una coalizione civica per ripulire la città» ha annunciato il vicesin­daco Claudio Merighi (al quale Del­bono ha affidato il comando delle operazioni), convinto di riuscire ad amalgamare in un’unica squa­dra commercianti e artigiani, stu­denti e volontari, writer coscien­ziosi ed esperti d’arte.
Bella scommessa, certo. Non in­feriore però a quella che peserà su Gianfranco Maraniello, che di pro­fessione fa il direttore del Mambo (il Museo d’arte moderna di Bolo­gna) e che dalla giunta Delbono ha ricevuto il non invidiabile compi­to di «periziare» i graffiti: in altre parole, compiere una sorta di istruttoria su tutti i murales del centro storico, divenendo di fatto arbitro unico della loro sopravvi­venza. «La cosa più importante — premette — è capire che questa non è una crociata contro i graffita­ri, ma un modo per arrivare ad un’idea condivisa dello spazio pub­blico: una sorta di buona educazio­ne al paesaggio». Facile a dirsi.
Già censire i vari graffiti non sa­rà semplice: «Confidiamo sulla col­laborazione dei writer più esperti, con alcuni dei quali abbiamo av­viato un dialogo da tempo: è an­che nel loro interesse» prosegue Maraniello. Ma il problema centra­le sarà individuare criteri certi in base ai quali stabili­re se un’opera meri­ta o no di essere sal­vata dalla pennella­ta del volontario di turno, evitando, se possibile, di infilar­si in dispute infini­te. «È una questio­ne di sensibilità, certo — prosegue il direttore del Mambo —. Vanno valutati i diversi aspetti del dise­gno: la memoria storica che c’è die­tro, il grado di com­patibilità con il contesto ambienta­le, il messaggio che trasmette, le modalità con le quali è stato realiz­zato. Una cosa pe­rò sicura: qualsiasi graffito, che costi­tuisca un’appropriazione indebita di spazio o una violenza, sarà im­mediatamente rimosso». I graffita­ri? Nascosti dietro a pseudonimi e tag, sprizzano scetticismo: «La no­stra è un’arte di nicchia, solo gen­te che se ne intende può valutarla. Siamo certi che il direttore del Mambo sia la persona giusta?...». E via a raccontare di quella volta che tirarono giù una casa dietro al­la stazione: «Peccato che su una pa­rete c’era il graffito di un writer americano, Fasedue, uno dei miti­ci della generazione del ’68...».