Corriere della sera: Scuola, piace il calendario flessibile
Indagine su 99 istituti lombardi tre anni dopo l'introduzione delle nuove regole: un successo i corsi integrativi Scuola, piace il calendario flessibile L'autonomia usata soprattutto per modi...
Indagine su 99 istituti lombardi tre anni dopo l'introduzione delle nuove regole: un successo i corsi integrativi
Scuola, piace il calendario flessibile
L'autonomia usata soprattutto per modificare lezioni e vacanze. Studenti e genitori ancora ai margini
MILANO - In vigore da tre anni (due di sperimentazione e uno effettivo), l'autonomia scolastica ha promesso anche in Lombardia vita nuova per gli istituti di ogni ordine e grado. Per capire cosa sta funzionando e cosa meno, il Cipref (Consorzio Inter Irsae per la ricerca educativa e la formazione) ha condotto un monitoraggio su 99 scuole lombarde. I risultati verranno presentati martedì a Milano in occasione della manifestazione "Fare scuola", patrocinata dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR). Ma da una prima lettura appaiono subito chiare alcune considerazioni: della rivoluzione sui banchi piace la flessibilità di orari e calendari delle lezioni. Promossa anche l'opportunità offerta agli istituti di inserire nel programma didattico corsi e addirittura materie integrative. Ma studenti e genitori si sentono ancora lontani dalla scuola ed estranei al cambiamento in corso.
CARTA D'IDENTITÀ - E' rappresentata per ogni scuola dal cosiddetto Piano dell'offerta formativa. Ad oggi la sua elaborazione è ancora monopolio dei docenti (97%). Solo nella fase propositiva i genitori (40%) e gli alunni (20%) riescono a trovare uno spazio per apportare le proprie idee. Al punto che gli studenti ammettono all'unanimità di avere fino ad ora subito, piuttosto che vissuto, l'autonomia. E spesso, sia genitori sia alunni, non sono neppure a conoscenza del piani formativi della scuola. Gli istituti dal monitoraggio risultano però molto attente alla rilevazione del grado di soddisfazione di studenti e genitori: il 70% delle scuole adotta pratiche d'indagine, soprattutto nei confronti degli alunni delle superiori (79%).
FLESSIBILITÀ - L'autonomia offre la possibilità di gestire sia l'orario settimanale delle lezioni sia il calendario scolastico annuale. Un'opportunità ben accolta: è stata infatti sfruttata dal 77% degli istituti, praticamente tre scuole intervistate su quattro. La settimana corta è stata adottata più dalla scuola dell'obbligo (elementari e medie) che dalla scuola superiore (55% contro 10%). In molti istituti superiori l'orario settimanale delle lezioni va infatti ben oltre le 30 ore e non consente di concentrare in cinque giorni l'attività didattica. Ma il 45% delle scuole-campione fa comunque un adattamento al calendario annuale delle lezioni.
LEZIONE LIBERA - Poco apprezzata la possibilità offerta agli insegnanti di ridurre del 15% la durata di una lezione in favore di un'altra. Così da permettere di sviluppare progetti didattici aggiuntivi oppure recuperi delle materie. Nelle superiori l'innovazione è stata accolta dal 26% delle scuole, nelle elementari solo dal 17%. Il dato comunque è superiore a quello dello scorso anno (12%). Il che vuol dire che comunque la pratica si sta diffondendo.
CORSI INTEGRATIVI - Corsi e progetti extrascolastici mirati ad aumentare le competenze e le conoscenze degli studenti sono proposte dall'87% degli istituti. Molto alto anche il numero delle scuole che inseriscono nell'orario alcune discipline aggiuntive, con una netta prevalenza delle scuole di base (68%) rispetto alle superiori (46%). La condizione dei docenti è quella dell'ansia del dover fare. E il fenomeno trova rispondenza anche nei genitori, che a volte confrontano le scuole a cui iscrivere i figli sulla base del numero di attività realizzate, senza analizzare se la scelta è costruita con coerenza.
SCUOLA DELL'OBBLIGO - Il 44% delle scuole superiori ha modificato la programmazione in relazione all'innalzamento dell'età dell'obbligo scolastico. Il 41% ha preso contatti con i centri di formazione professionale per la realizzazione dell'obbligo formativo: ovvero l'anno propedeutico da seguire, tra i 15 e i 16 anni, prima di raggiungere l'età lavorativa. In prima fila gli istituti tecnici.
INSEGNANTI - L'insegnamento nelle scuole medie e superiori è riconosciuto come sostanzialmente di buona qualità anche se i genitori hanno la percezione, in misura abbastanza evidente(29%), che i docenti siano di scadente professionalità nonché poco competenti in fatto di valutazione (per il 36% dei genitori).
ALUNNI E GENITORI - Sia gli studenti (80%) che i genitori (51%) pensano di non avere potere decisionale all'interno della scuola. Anche se poi solo una minima parte (studenti 36%, genitori 25%) crede di non contare nulla.