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Corriere: E Napolitano consiglia: sia una protesta intelligente

Dietro le quinte L'incontro con gli studenti alla Sapienza

22/10/2008
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Corriere della sera

«Sto con l'università, investimenti prioritari»

Il Presidente, ieri nell'ateneo per una commemorazione, ha incontrato una delegazione di studenti

Ormai è mezzogiorno e il presidente della Repubblica sta salendo al primo piano, nella stanza del rettore della Sapienza, per incontrare la delegazione degli studenti in lotta. «Sì, l'ho portata», Francesco s'infila al volo una giacchetta grigio lamé. Oltre a lui, nella stanza, ci sono Paola di Lettere, Marta di Fisica e Tania che studia Filosofia. Poi entra il capo dello Stato (ieri alla Sapienza per una commemorazione) e si siedono in circolo: Napolitano, i quattro studenti, il rettore uscente Renato Guarini e quello in pectore Luigi Frati. Tania, 23 anni, ha il compito di leggere la lettera che studenti, dottorandi e ricercatori della Sapienza «colpita a morte dalla legge 133» hanno preparato nottetempo. La ragazza è molto emozionata, ma si fa coraggio e comincia: «Signor presidente... Proprio venerdì Lei ha deciso di prender parola sulla questione della scuola e, più in particolare, sulle mobilitazioni. Ci ha segnalato che non si può soltanto respingere il cambiamento e che, piuttosto, una riforma è necessaria...». È una lettera dura con il governo per i tagli alla ricerca, ma anche calda e accorata. La conclusione è dedicata a lui, a Napolitano: «In questo momento delicato è necessario prender posizione... Ci auguriamo che anche Lei decida da che parte stare e non abbandoni a se stessi scuola, università, ricerca pubblica». Il capo dello Stato, molto colpito dalle lezioni di Fisica tenute l'altroieri per protesta da docenti e studenti davanti a Montecitorio, finadesso ha ascoltato in silenzio. Ma capisce che i ragazzi ora attendono da lui con ansia una risposta. E così la risposta arriva. Per far capire quanto abbia a cuore la ricerca, Napolitano all'inizio parla di Rita Levi Montalcini, che ha incontrato giusto una settimana fa. Ne parla con sincera, grande ammirazione. Poi, ancora una volta, sottolinea agli studenti che, per il suo ruolo istituzionale, non può schierarsi «da una parte o dall'altra ». E decidere spetterà a governo e Parlamento. Epperò, chiarisce il presidente, «Io sto dalla parte dell'università». E «gli investimenti per l'università » costituiscono per lui una vera «priorità». «Quando si fanno misure di finanza pubblica bisogna sempre stabilire delle priorità — è il ragionamento del capo dello Stato con riferimento ai tagli —. In generale nei governi tutti a parole parlano di priorità... ». Ma poi nessuno vuol rinunciare alle proprie. Alla lettera degli studenti, oggi, Napolitano risponderà ufficialmente: «Mi prendo un giorno », promette prima di andar via. Poi si alza e, rivolto a Tania e agli altri tre della delegazione, dice: «Spero che facciate una protesta intelligente».

Fabrizio Caccia