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Corriere: E tutti i giorni qualcuno soffre di mal di prof

La ricerca Il pediatra Italo Farnetani ha indagato sul comportamento di sette milioni di ragazzi

14/05/2008
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Corriere della sera

Sono 150 mila più dello scorso anno. I sintomi: cefalea, dolori addominali, insonnia

MILANO — Sembrano scuse. «Ho mal di pancia, non me la sento di andare a lezione»; «Ho un dolore tremendo alla testa, non ho dormito». Sembrano. Ma non lo sono. Non tutte, per lo meno. In primavera gli studenti italiani soffrono davvero di «mal di scuola ». Cefalee, insonnia, inappetenza. Circa un milione e 200 mila giovani tra i 6 e i 18 anni hanno gli stessi sintomi. E sono 150 mila in più rispetto allo scorso anno, la maggior parte tra gli iscritti alle superiori. La colpa? Gli esami a settembre.
Oltre un milione sotto stress. Con l'ansia da verifica, il terrore della bocciatura o dell'estate rovinata. Paure e malesseri. Li ha studiati Italo Farnetani, pediatra e docente all'Università di Milano Bicocca, indagando sui comportamenti di 7 milioni di ragazzi italiani (dalle elementari al liceo) in collaborazione con l'unità operativa di pediatria e neonatologia dell'Ospedale «Anna Rizzoli» di Ischia. I risultati: il 55 per cento dei pediatri intervistati ha riscontrato fra i propri pazienti un aumento dei disturbi provocati dal disagio legato alla scuola. L'incremento, rispetto al 2007, è stato netto: i sintomi si sono verificati nel 15 per cento in più dei ragazzi, concentrati soprattutto fra gli adolescenti.
Crescere, che fatica. Soprattutto al momento del rush finale. Da settembre a maggio in genere raddoppiano gli studenti affetti da mal di scuola, ma quest'anno i numeri del disagio sono sconcertanti: 700 mila alunni con disturbi addominali (90 mila in più rispetto all'anno scorso); 350 mila con il mal di testa (40 mila in più); 150 mila con dolori agli arti, problemi di insonnia e inappetenza (20 mila in più). E se sono gli adolescenti a soffrirne, il fenomeno è ancora più preoccupante: «La causa principale è il timore di essere rimandati a settembre».
Guai a chiamarla debolezza psicologica. Guai a chiamarli bamboccioni. «Una bocciatura nel periodo cruciale della vita, quando si strutturano i rapporti relazionali con la società — continua l'esperto — mette lo studente in condizione di inferiorità rispetto ai coetanei ».
No agli esami a settembre. Dopo insegnanti, studenti e genitori, ora al coro dei «contro » si aggiungono anche i pediatri: «Sono un errore — commenta Farnetani - perché creano tensione emotiva, stress e disagio. Inoltre l'estate non è il momento giusto per studiare: le alte temperature stressano l'organismo». Il rischio: la perdita completa di autostima, che cala ancora di più se si studia «mentre i coetanei si divertono in spiaggia ».
Meglio un periodo di riposo dopo nove mesi di studio, ecco la ricetta. Ma lo psicoterapeuta Fulvio Scaparro non sembra d'accordo. «In passato — dice — i ragazzi sono stati abituati a vedere queste prove come un piccolo ostacolo che in un modo o nell'altro si superava. Dunque è ovvio che ripristinare gli esami a settembre porta ad avere il mal di pancia. E la colpa non è degli studenti, ma dei genitori. Insomma, se vogliamo una scuola più rigorosa non possiamo pretendere che sia una strada spianata».
A. Sac.