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Corriere : Epifani: referendum sull'intesa e tutta la Cgil dovrà difenderla Bonanni, attento ai centristi

L'INTERVISTA

04/08/2007
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Corriere della sera

L'INTERVISTA

ROMA — La Cgil ha firmato l'accordo col governo su pensioni e welfare e lo difenderà davanti ai lavoratori. Tutta la Cgil. Anche chi come il leader dei metalmeccanici, Gianni Rinaldini, o il leader della sinistra radicale, Giorgio Cremaschi, non è d'accordo dovrà rispettare il voto della maggioranza della Cgil e invitare i lavoratori a votare sì. Ma detto questo la Cgil vuole che sull'accordo si esprimano con un referendum «tutti i lavoratori e pensionati », come nel '95 sulla riforma della previdenza. Guglielmo Epifani sta per andare un paio di settimane in vacanza, dopo una trattativa estenuante e prima di una ripresa che si annuncia per lui altrettanto impegnativa.
Segretario, un accordo o si firma o non si firma. Che significa la firma «con riserva»?
«La Cgil ha firmato perché si tratta di un accordo positivo, frutto anche del nostro impegno per le pensioni più basse, i disoccupati, i giovani, chi fa lavori faticosi. Nella maggioranza della Cgil non si è mai discusso se firmare o meno, ma di come manifestare le nostre riserve su 4 punti: previdenza agricola, staff leasing,
straordinari, contratti a termine. Mi auguro che le nostre richieste vengano accolte dal governo e dal Parlamento».
La firma con riserva sembra un espediente per evitare che la Cgil si spacchi.
«No. Il direttivo si è espresso chiaramente: 92 voti per la firma, 22 contro. L'anomalia non sta nella firma con riserva della Cgil, ma nel fatto che l'intesa è stata sottoscritta da Cgil, Cisl e Uil e solo ieri da Confindustria mentre la Confcommercio ha annunciato che non lo farà e così pare le associazioni dell'artigianato ».
Fine della concertazione?
«Sì in questo senso ho detto che la concertazione è in crisi, non perché volessi diminuire la portata dell'accordo».
È vero che in segreteria ha proposto una manifestazione contro la precarietà?
«Ho proposto tre iniziative. Il referendum fra tutti i lavoratori e pensionati, una manifestazione con Cisl e Uil a favore degli immigrati e una serie di manifestazioni locali più una manifestazione nazionale a Roma a favore dei giovani, in tutti gli aspetti della loro condizione, inclusa la precarietà. So che anche Cisl e Uil sono sensibili».
Ma la manifestazione sarebbe anche per chiedere le 4 modifiche all'accordo?
«L'oggetto dell'iniziativa è molto più ampio. Inoltre essa non potrebbe tenersi che a novembre, perché fra settembre e ottobre dovremo concordare e svolgere con Cisl e Uil il referendum. E quindi spero che per quella data i punti critici dell'intesa possano essere stati risolti in Parlamento».
Ma se la Cgil insiste sulle modifiche, come può fare una consultazione dei lavoratori insieme con Cisl e Uil che difendono l'accordo in toto?
«Che sul mercato del lavoro ci fossero differenze tra noi e Cisl e Uil non è una novità. Nelle assemblee i dirigenti della Cgil chiederanno ai lavoratori di votare sì all'accordo».
Anche Rinaldini, Cremaschi e tutti gli altri che sono contrari?
«I dirigenti della Cgil sanno che le regole democratiche della nostra organizzazione prevedono che essi debbano rappresentare ai lavoratori, che poi sono liberi di votare come vogliono, la posizione espressa dalla maggioranza della Cgil. Non si può andare al referendum con due posizioni».
Ma così non teme di essere scavalcato a sinistra da Rifondazione e dagli altri partiti del

«No. Loro faranno le loro iniziative, noi le nostre, tenendo ferme le nostre richieste di modifica ».
La Cgil parteciperà alle manifestazioni della sinistra radicale?
«Noi pensiamo ad altro. Proponiamo a Cisl e Uil iniziative strettamente sindacali e autonome dalla politica».
Nel frattempo il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, incontra i partiti di centrodestra e ottiene dall'Udc una parziale disponibilità a sostenere alcune parti dell'intesa.
«Non voglio giudicare le scelte della Cisl, ma è strano che si chieda consenso sull'intesa fuori dalla maggioranza. Può diventare una polpetta avvelenata».
Per chi?
«Per il governo, ma non so se questa è l'intenzione della Cisl».
Alla Cisl non piace l'idea del referendum. Vorrebbero sentire solo gli iscritti.
«Ne discuteremo. Credo che sia interesse anche della Cisl il referendum perché sono sicuro che il sì vincerà».
C'è un 25% circa della Cgil contro l'accordo mentre da destra le segretarie Marigia Maulucci e Nicoletta Rocchi dicono che è in corso un'Opa della «Cosa rossa» sulla Cgil.
«È un giudizio sbagliato. Chi lo pronuncia mostra di non conoscere la Cgil e di non avere fiducia nella sua autonomia della quale io intendo essere il garante insieme con il gruppo dirigente».
È vero che le è stata offerta la guida della «Cosa rossa»?
«No, è un'invenzione dei giornali».
Il leader dei Ds, Piero Fassino, ha detto di non comprendere le riserve della Cgil sull'accordo.
«Sono invece assolutamente comprensibili, basta entrare nel merito».
Perché è calato il gelo tra Fassino e la Cgil?
«Bisogna chiederlo a Fassino».
E con Prodi come va? È ancora un governo amico?
«Le categorie amico-nemico non ci appartengono. Abbiamo sempre detto che condividevamo importanti parti del programma del governo. Il giudizio sull'esecutivo dipende anche da quello che farà. Sappiamo che ha numeri risicati e una eterogeneità maggiore del previsto, che anche in questa trattativa si è vista.

Vedremo, fino a dicembre, se e come riuscirà a condurre in porto l'accordo. È un governo costretto a vivere alla giornata e questo certo non agevola la concertazione».
È vero che lei lavora per far saltare Prodi e favorire l'ingresso del suo amico Veltroni a Palazzo Chigi?
«Altra invenzione giornalistica. Se fosse così, non avrei lavorato per l'accordo e per migliorarne il testo».
Cinque anni fa Sergio Cofferati le ha consegnato una Cgil dove la sinistra radicale era ben distinta dalla maggioranza. Ora sembra che la sinistra abbia preso il sopravvento e i riformisti siano finiti in un angolo.
«È una lettura sbagliata. Questo è il primo grande accordo che la Cgil firma dal '98, dal Patto di Natale. La Cgil ha dentro di sé più anime. Dal '77 su tutte le grandi scelte, scala mobile, politica dei redditi, pensioni c'è sempre stata una discussione molto forte. Ma abbiamo regole di democrazia che ci consentono di governare tutto questo. Il pluralismo è un bene e il numero di iscritti alla Cgil continua a crescere».
Adesso però Rinaldini chiede un congresso straordinario.
«Non so se è così. Ne parleremo a settembre. Al direttivo chiederò di parlarne esplicitamente. Non credo che sia necessario un congresso straordinario, ma se qualcuno la pensa diversamente, si faccia avanti. Non lo temo».
Enrico Marro