Corriere: Fioroni per il debutto sceglie don Milani L’idea: qui gli stati generali della scuola
Di riforme e controriforme non parla e non risponde neppure a Rosy Bindi
BARBIANA (Firenze) - Di riforme e controriforme non parla e non risponde neppure a Rosy Bindi che sul Corriere della Sera gli ha consigliato di acquisire una mentalità ulivista per non fallire il difficile e ingarbugliato mandato. «Non ho letto l’intervista», dice con un sorriso. Però, dopo la visita a Barbiana, prima uscita pubblica da titolare del dicastero dell’Istruzione, Beppe Fioroni si sente così «rinvigorito e rigenerato» da decidere che è l’occasione buona per annunciare per settembre i nuovi Stati generali della scuola. Al suo amico Matteo Renzi, compagno di partito e di scoutismo, presidente della Provincia di Firenze, non nasconde che gli piacerebbe organizzare il summit proprio qui, negli stessi luoghi di don Milani. Ma è anche convinto che alla fine sarà Roma a prevalere come sede. A Barbiana il «ministro meno ulivista» del governo Prodi, ospite della marcia che ogni anno ricorda don Milani e la sua scuola e quest’anno anche i 40 anni della Lettera a una professoressa , è accolto con la «Canzone Popolare» di Fossati e molti «in bocca al lupo». Sale con il corteo per due o trecento metri la strada in salita, poi per raggiungere la scuola, la chiesa e il cimitero di don Milani, si affida a una «quattro per quattro» dei carabinieri non dimenticando di ricordare quei meravigliosi ragazzi che tutti i giorni a piedi facevano il faticosissimo cammino.
«Ero già venuto a Barbiana a 17 anni, da studente - racconta -. Ora sono qui da ministro per testimoniare che la scuola è di tutti e per tutti. Ancora oggi in Italia sono troppi gli esclusi ed è intollerabile che un giovane su quattro non riesca a conseguire un titolo di studio. Non possiamo permetterci il ritorno a forme di esclusione sociale tornate d’attualità in questi anni dopo un certo accanimento controriformatore». Poi, tanto per non cadere in fraintendimenti, ripete almeno venti volte la parola Pubblica Istruzione: «Perché la scuola come la sanità devono essere pubbliche», spiega. Anche se poi aggiunge che «gli erogatori possono essere anche privati». Fioroni visita la scuola e si meraviglia per i sussidi didattici realizzati da don Milani («Lavorava continuamente, è incredibile») e infine si commuove davanti alla tomba nel piccolo cimitero.
Marco Gasperetti