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Corriere: Gelmini: penso a un bonus per chi studia alle private

«Il dossier pubblicato dà ragione alle nostre riforme»

18/06/2009
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Corriere della sera

L’intervista Il ministro: insegnamenti, non serve quantità ma qualità

ROMA — Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, il rap­porto Ocse sulla scuola italia­na....

«Finalmente».

Finalmente? Questo rapporto in realtà dà un voto veramente brutto alla scuola del nostro Pae­se.

«Ma finalmente supporta la posi­zione del governo sulle riforme».

Ovvero?

«Reclutamento degli insegnanti, la necessità di introdurre la merito­crazia, ringiovanire il corpo inse­gnante, gli incentivi: tutte cose che vado dicendo da più di un anno».

Già: è da più di un anno che lei è il ministro dell’Istruzione. Non crede che i brutti voti di questo rapporto la riguardino, almeno un po’?

«Non si cambia in un anno una situazione stratificata nel tempo. In questo anno abbiamo avuto una forte opposizione che non ha fatto altro che puntare il dito soltanto contro i tagli».

E invece?

«Abbiamo fatto molti passi in avanti in direzione delle indicazio­ni date dall’Ocse, a cominciare dal­la riforma della scuola secondaria, il maestro unico, il ritorno ai voti, il voto in condotta...».

L’Ocse parla anche del voto in condotta?

«No, quello è un segnale educati­vo che abbiamo voluto mandare noi. Del resto è importante il mo­dello educativo nella scuola. Per questo...».

Per questo?

«Stiamo pensando anche ad al­tre riforme che non c’entrano con l’Ocse. Come il sostegno economi­co per le scuole paritarie».

Vuole dire le scuole private? Co­sa vuole fare?

« Io le chiamo paritarie, o anche non statali. E, Costituzione alla ma­no, voglio che tutti abbiano il dirit­to di scegliere se andare alla scuola pubblica o alla scuola paritaria. Quindi, siccome le scuole paritarie costano, sto pensando ad una rifor­ma che dia la possibilità di accede­re ad un bonus a chi vuole frequen­tarle. Un po’ come già succede in Lombardia».

Ma questi sono costi aggiunti­vi?

«La libertà di scelta è un diritto costituzionale. E sono tante le rifor­me che si possono fare risparmian­do soldi e facendo funzionare la scuola. I dati Ocse, ad esempio quelli che riguardano la Finlandia, lo dimostrano».

Cosa dimostrano?

«Che non è vero che bisogna puntare sulla quantità, bensì sulla qualità. Intendo: quantità di soldi, di ore di insegnamento. Non è questo che qualifica la scuola, necessariamen­te. Veramente basta sfoglia­re il rapporto per capirlo. E sono felice che finalmente il governo e l’Ocse abbiano un’identità di vedute su questo punto, sono certa che faciliterà il dibattito».

Ministro ha visto: ci so­no molti più bocciati que­st’anno nelle scuole...

«Non è mai bello quan­do un ragazzo perde l’an­no. Però...».

Però?

«Questo è un segnale forte per il ritorno ad una scuola meritocratica. Il las­sismo del Sessantotto non ha mai fatto bene a nessu­no ».

Allora in questo caso un anno è stato sufficien­te a cambiare l’indirizzo. Ma tanti bocciati non aumentano le spese nelle scuole?

«Non ho fatto i conti. Ma va be­ne così».

Alessandra Arachi