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Corriere: genitori occupano la scuola elementare Bimbi sulle brande

Bologna Protesta contro la Gelmini

25/09/2008
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Corriere della sera

I
DAL NOSTRO INVIATO
BOLOGNA — Alle 22, o giù di lì, hanno spento la luce. Perché così prevedeva il copione dell'occupazione. I genitori infilati nei sacchi a pelo. I bambini adagiati sui materassini che normalmente si usano per fare ginnastica. Prendere sonno non dev'essere stato facilissimo, visto che non capita tutti i giorni di passare la notte in una palestra scolastica, tra canestri di basket e reti da volley. Ma l'importante era esserci. Perché un'occupazione così, con papà, mamme e bambini annessi, non si era praticamente mai vista. Tutti a nanna ieri sera, nei locali della scuola elementare bolognese XXI Aprile, per lanciare un grido di dolore contro la riforma voluta dal ministro Gelmini.
Il governo vuole abolire il tempo pieno? E loro, una cinquantina di genitori con altrettanta prole, si sono inventati il «tempo pienissimo». Praticamente una no-stop di 48 ore nei locali dell'istituto scolastico, trasformato nell'occasione in una sorta di fortino anti-Gelmini. Con cartelloni e striscioni infarciti di slogan contro i progetti ministeriali. Con i bambini pronti a trasformarsi in alunni- sandwich quando, nel corteo di domani, sfileranno dentro colorati cartelloni di protesta. Mentre gli adulti, riuniti in seduta permanente, hanno passato parte della notte a interrogarsi su come affossare «l'orrido decreto 137», che poi sarebbe il fulcro della riforma Gelmini.
Occupazione senza «k», almeno stando al primo colpo d'occhio. Modulata su cadenze inevitabilmente domestiche, del tipo «bambini ora tutti a letto, domani ci aspetta un'altra giornata di protesta ». Che di sessantottino, oltre forse alla data di nascita di qualche genitore, non ha altro. Eppure destinata a scatenare un putiferio.
Intanto perché non è stata autorizzata da nessuno. Il dirigente della scuola, Stefano Mari, ha saputo solo l'altro ieri che la sua scuola sarebbe stata trasformata in un dormitorio (con bambini) e non ha potuto far altro che informare questura, Procura della Repubblica e assessorati competenti. E il fatto che gli occupanti si siano precipitati a far sapere che la protesta «non avrebbe comportato alcuna interruzione delle lezioni» non basterà certo a tamponare la bufera. Il primo a partire all'attacco è il parlamentare bolognese di Forza Italia, Fabio Garagnani. Toni pesanti, quasi di altri tempi. Parla di «terrorismo», di «strategia della tensione » e di «violazione delle più elementari regole di convivenza». Invoca «sgomberi» da parte della polizia. Minaccia denunce contro gli insegnanti che prendono parte alla protesta. Scagliandosi infine contro «la strumentalizzazione a fini politici che viene fatta dei bambini ».
La risposta delle mamme «ribelli» è altrettanto ringhiosa. «Che dire allora del continuo utilizzo dei minori nelle pubblicità? Vanno bene per vendere pappe e auto, ma non possono lottare per il loro futuro?» replica la signora Gabanelli, madre di una bimba di terza elementare. «Sono stati loro a chiederci di essere coinvolti — aggiunge un'altra mamma, Simona Vezzali —. Quando hanno visto le maestre, il primo giorno di scuola, presentarsi vestite tutte di nero, ci hanno chiesto il perché...». Una di queste insegnanti, Stefania Ghedini, ora è tra le più agguerrite: «Quella ideata dalla Gelmini è un'azione da macellaio, giusto essere qui». Il preside Mari cerca di barcamenarsi: «Non sono né favorevole né contrario: più che di occupazione, parlerei di forme di autogestione, questa è gente responsabile». Intanto però l'eco della protesta ha fatto il giro della città. Trovando consensi anche nelle istituzioni. L'assessore provinciale alla scuola, Paolo Rebaudengo (Pd) ha detto al Corriere Bologna: «Quando mi hanno dato la notizia dell'occupazione, ero in una riunione pubblica. Ho riferito ciò che stava succedendo nella scuola ed è scattato l'applauso...
».
Francesco Alberti