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Corriere: Gli atenei virtuosi al governo: «Un patto di stabilità sui tagli»

Loro sono i «magnifici 13» di Aquis, il gruppo di lavoro per la qualità delle università statali nato questa primavera: atenei «virtuosi» che si (auto)identificano in base a precisi criteri di merito e produttività

21/10/2008
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Corriere della sera

Scuola Da Bologna al Politecnico di Milano a Tor Vergata: pronti a trattare

I rettori «d'eccellenza»: risparmi sulle sedi secondarie

Milanesi (Università di Padova): non vogliamo sottrarci al risanamento, ma serve un'assunzione di responsabilità collettiva
MILANO — Risposta d'autunno alla «manovra d'estate», la bordata che il ministero retto da Mariastella Gelmini ha tirato contro l'università italiana. Aule occupate, lezioni in piazza, atenei in subbuglio. Ma oggi, a Roma, un manipolo di rettori lancerà la sua controproposta ai tagli di viale Trastevere. Lo slogan, riassume il «magnifico» dell'università di Padova Vincenzo Milanesi, è semplice: «Partire da una logica contrattualistica». Insomma, sedersi intorno a un tavolo e ragionare. Con aperture, sì, a patto che ci siano da entrambe le parti.
Loro sono i «magnifici 13» di Aquis, il gruppo di lavoro per la qualità delle università statali nato questa primavera: atenei «virtuosi» che si (auto)identificano in base a precisi criteri di merito e produttività. Da Bologna al Salento, passando per i due politecnici (Milano e Torino), Roma Tor Vergata, Trento. «Vorremmo proporre un patto per singoli atenei. Nella scorsa legislatura avevamo tentato di introdurlo a livello di sistema, senza riuscirci. Ora chiediamo che quel che il governo ha prelevato mettendo le mani in tasca, indistintamente, a tutti, venga rimesso sul piatto».
Riduzione del Ffo, il Fondo di finanziamento ordinario, con tagli quantificabili in oltre 400 milioni di euro all'anno; riduzione del turnover, in pratica si assumerà solo nella misura del 20% sulle «cessazioni» dell'anno precedente. Altro che l'«impegno a incrementare del 5% l'Ffo, per 5 anni», invocato 7 mesi fa da Guido Trombetti, allora presidente della Crui. «Questo — chiosa Milanesi — è un modo per fare cassa alle spalle degli atenei. Non vogliamo sottrarci al risanamento, ma serve un'assunzione di responsabilità collettiva: del governo e dei singoli atenei, con nome e cognome». L'idea: un «patto di stabilità», da concordare con i due ministeri — Università ed Economia — con accordi di programma «individualizzati ». A chi saprà riqualificare la spesa, tagli ridotti. Dal canto loro, i rettori di Aquis si dicono «disponibili» su una delle criticità sollevate dal ministro: la ridondanza delle sedi. «C'è bisogno di ragionare in termini di sistemi regionali e macroregionali, con un'offerta didattica "reimpastata" per evitare doppioni e repliche. Eliminare un po' di campanilismi è necessario, non possiamo più permetterci di sprecare neppure un euro». Contrattare sì, dunque. Ma a occhi aperti. A Padova, per dire, «niente blocco della didattica, ma teniamo viva l'allerta e la contestazione ». E se da Viale Trastevere non arriveranno «segnali precisi », «saremo costretti ad assumere tutte le iniziative necessarie per evitare la catastrofe».
Gabriela Jacomella
gjacomella@rcs.it