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Corriere-Gli studenti finlandesi i più bravi Italiani solo al ventesimo posto

LA CLASSIFICA Gli studenti finlandesi i più bravi Italiani solo al ventesimo posto La ricerca condotta in 32 Paesi e discussa al convegno "Treellle" con la Moratti ROMA - Tra i quind...

29/05/2002
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Corriere della sera

LA CLASSIFICA

Gli studenti finlandesi i più bravi Italiani solo al ventesimo posto

La ricerca condotta in 32 Paesi e discussa al convegno "Treellle" con la Moratti

ROMA - Tra i quindicenni dei Paesi sviluppati, quelli della Finlandia sono i più bravi per quanto riguarda la capacità di usare le informazioni, di valutarle, di applicarle. In pedagogese: competenza funzionale di lettura. I ragazzi del Giappone e della Corea se la cavano molto bene in scienze e matematica. Dopo la Finlandia, parliamo ancora di competenza funzionale di lettura, si collocano in ordine il Canada, la Nuova Zelanda, l'Australia, l'Irlanda, la Corea, il Regno Unito, il Giappone, la Svezia. E gli studenti italiani? Sono al ventesimo posto. Un po' sotto la media, seguiti da tedeschi, greci, portoghesi, messicani, brasiliani e lussemburghesi. Il 45% dei nostri quindicenni risulta, quanto a capacità di lettura, a un livello di insufficienza. Contro il 28 per cento del Regno Unito, il 21 della Finlandia, il 41 degli Stati Uniti.
La graduatoria è quella dell'indagine Pisa ( Programme for International Student Assessment ), un dipartimento dell'Ocse, condotta tra 265 mila ragazzi di 32 Paesi sviluppati.
Ci superano Paesi che investono meno nella scuola. In Inghilterra la spesa per l'istruzione è inferiore a quella dell'Italia, ma i risultati sono migliori ai nostri. Se gli stanziamenti non sono tutto, allora da cosa altro dipende il risultato positivo nelle politiche dell'istruzione? La risposta secondo "Treellle", l'associazione non profit presieduta da Umberto Agnelli che si batte per la qualità dell' Education , può essere ricavata dalla stessa indagine che dal '97 tiene sotto stretta osservazione i sistemi scolastici dei Paesi sviluppati al fine di migliorare le varie politiche. Che cosa hanno di speciale le nazioni che ottengono i migliori risultati nell'istruzione? Semplice: sistemi di valutazione dei risultati, una forte autonomia delle scuole che può arrivare fino alla selezione dei docenti e, all'interno degli istituti, un clima caratterizzato da forti motivazioni, sia per i professori che per i ragazzi.
Queste riflessioni sono state fatte durante un convegno al quale hanno preso parte il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, la collega inglese Estelle Morris, il presidente esecutivo della "Treellle" Attilio Oliva, Andreas Sleicher, responsabile del progetto Pisa. "L'Italia parte da livelli di apprendimento più bassi e da costi per ogni singolo studente più alti della media dei Paesi Ocse. Dobbiamo recuperare e raggiungere livelli di apprendimento più elevati a costi più giusti - ha detto la Moratti -. La riforma prevede un sistema di valutazione. I docenti costituiranno il fulcro della valutazione degli apprendimenti e delle competenze dei singoli alunni. Il sistema valuterà periodicamente anche i livelli di conoscenza collettiva degli alunni e la qualità dell'offerta educativa complessiva". "In Italia - ha aggiunto - non esiste la cultura della misurazione dei risultati". Si parte tardi, ma qualcosa è già stato fatto. E' infatti in corso un esperimento per la valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti in 2.800 scuole.
G. Ben.