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Corriere: I rettori: solo l'inizio, ancora caos sui tagli

Le reazioni degli Atenei

13/11/2006
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Corriere della sera

ROMA — Ma i problemi restano tutti. Da risolvere. Gli stanziamenti per le assunzioni, previsti dall'emendamento del governo alla Finanziaria lì per lì alimentano qualche speranza. Ma la domanda di ricercatori, studiosi e rettori è un'altra: «I tagli li hanno tolti, oppure no?». No. «E allora, apprezziamo, perché si tratta comunque di un provvedimento a lungo atteso», spiega il presidente del Cnr Fabio Pistella. Tuttavia, «il provvedimento non supera i problemi che abbiamo evidenziato nei giorni scorsi». E cioè che il Cnr, il maggiore ente di ricerca italiano, l'anno prossimo riceverà 470 milioni di stanziamento (tolti i tagli) e avrà a bilancio 510 milioni soltanto per pagare gli stipendi del personale. E questo è solo un esempio.
Il presidente dei rettori Guido Trombetti, che l'altro giorno aveva protestato contro la legge Bersani e contro la Finanziaria, ripete che per le Università italiane il motto resta «primum vivere...», cioè sopravvivere. «Sui tagli alle spese correnti non ci sono risposte — incalza il suo vice, il rettore della Statale di Milano Enrico Decleva —. Anche nella lettera del ministro Padoa-Schioppa al Corriere non ci sono riferimenti a misure concrete: ci domandiamo perché non si parli di ridurre i tagli alle Università e agli enti di ricerca, se è perché i conti ancora non tornano ma ci stanno lavorando o se è perché non ci stanno pensando».
E allora, bene se si contribuirà ad impedire la fuga dei cervelli, ma i rettori e i ricercatori si aspettano altro: per l'esattezza, una norma che escluda le Università e gli enti di ricerca dalla legge Bersani e uno stanziamento di almeno 250 milioni per coprire gli altri tagli previsti dalla Finanziaria. Altrimenti, ripetono: non si chiudono i bilanci. «L'emendamento annunciato dal governo non risolve niente di tutto ciò», commenta sconsolato il presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare Roberto Petronzio, che due giorni fa era tra quanti avevano appoggiato le critiche della senatrice a vita Rita Levi Montalcini.
Eppure l'astrofisicaMargheritaHack invita ad «apprezzare il gesto di attenzione» che questo emendamento fa nei confronti della ricerca e dei ricercatori, un tentativo, anche se ridotto, di «non regalare agli altri i nostri cervelli migliori». Quanto ai tagli, la Hack è convinta che dei risparmi possano essere fatti anche dalle Università e dagli enti di ricerca: «Parlo per l'ente che conosco, l'Istituto nazionale di astrofisica: doveva essere una struttura centralizzata per coordinare i centri di ricerca e collegarli con le imprese internazionali. Ha assunto un'enorme quantità di personale amministrativo a Roma, mentre ogni osservatorio ha mantenuto i suoi dipendenti, e intanto mancano i fondi per i ricercatori». Ai rettori e agli studiosi che si lamentano che non potranno più fare gli esperimenti perché costretti a spegnere le luci per risparmiare la Hack ricorda: «Forse è che noi nati prima della guerra eravamo abituati a maggiore attenzione: se si dimenticava una luce accesa in laboratorio, si apriva un'inchiesta, mentre oggi nessuno ci fa più caso».