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Corriere: Il ministro: «Provo dolore». Ma Grillini protesta

Il messaggio di Fioroni: una morte che ci interroga tutti. Il deputato dell'Ulivo: bandisca l'omofobia

06/04/2007
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Corriere della sera

Il ministro: «Provo dolore». Ma Grillini protesta

MILANO — «Provo un dolore profondo come uomo e come padre, prima che come ministro. La morte di Matteo ci interroga tutti, giovani, adulti, educatori, politici, società civile... Occorre rispetto ma anche una doverosa riflessione, dentro e fuori le mura scolastiche». Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica istruzione, affida a un messaggio in prima persona la risposta all'appello rivoltogli da tutte le parti politiche: la scuola non resti indifferente di fronte alla morte di Matteo.
Una lunga nota, quella scritta dal ministro, in cui però non compare la parola usata per insultare il giovane torinese: omosessuale. Ed è ciò che gli rimprovera Franco Grillini (Ulivo). «Questo suicidio ha un colpevole: il razzismo antiomosessuale. Da te ci saremmo aspettati una parola chiara». «Ti abbiamo rivolto interrogazioni parlamentari cui non è stata data risposta — prosegue (l'ultima ieri, proprio sul caso torinese) —. Ti prego di dire con chiarezza che l'omofobia va bandita dalle scuole e dalla società; che da domani il tuo ministero avvierà una decisa campagna antirazzista; che non parteciperai a quella che si preannuncia la più grande manifestazione omofoba della storia del Paese: il Family day».
Scuola e chiesa, educazione laica e cultura cattolica, i due fronti — già surriscaldati dal dibattito sui Dico — tornano a intrecciarsi. Per Benedetto Della Vedova (Forza Italia) «quello antiomosessuale è un pregiudizio fondato e "difendibile" per una parte cospicua della società italiana»; il sottosegretario ai Diritti e Pari opportunità Donatella Linguiti invita a non abdicare «alle nostre responsabilità come genitori e come adulti, ma anche come istituzioni»; «Fioroni, Pollastrini e Bindi concertino una strategia che coinvolga famiglie, associazioni, insegnanti e media» è la richiesta di Albertina Soliani (Ulivo). E se il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero parla di una vicenda da ricondurre «all'inciviltà di una società che tende a beccare il più debole », per la capogruppo Verdi- Prci al SenatoManuela Palermi la storia di Matteo «dovrebbe far riflettere le gerarchie ecclesiastiche».
Ma è sulla scuola che si concentrano gli appelli. «Gravissimo che un ragazzino si suicidi perché accusato di essere gay come se fosse una colpa, gravissimo che questa scuola martoriata non sappia prevenire le prevaricazioni» accusa Maria Burani Procaccini (FI). «Il ministro — è l'invito di Vladimir Luxuria (Prc) — dovrebbe dedicare tempo a iniziative contro il bullismo omofobico della scuola italiana»; la sua compagna di partito Titti De Simone chiede «una campagna di sensibilizzazione» come «antidoto culturale per sconfiggere omofobia e discriminazione».
Nel suo messaggio, Fioroni parla di una scuola «in prima linea nella battaglia contro il vuoto», di «dignità di tutti e ciascuno», di «misure disciplinari» che «non potranno mai sostituirsi a un percorso educativo» che coinvolga «scuola, famiglia, mass media, società». «Abbiamo avviato — chiude — un percorso di riflessione, nella revisione delle Indicazioni Nazionali, sullo scopo della scuola»; una scuola «che accompagni i ragazzi a costruire la propria identità... Non è facile ma è una sfida che dobbiamo vincere tutti insieme. Lo dobbiamo ai tanti Matteo della nostra società».