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Corriere-Il rettore di Roma Tre: "Pronti alla disobbedienza"

Chi ha vinto un concorso deve vedere riconosciuti i propri diritti. Abbiamo autonomia di bilancio e la useremo" Il rettore di Roma Tre: "Pronti alla disobbedienza" Guido Fabiani: la situazion...

28/10/2004
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Corriere della sera

Chi ha vinto un concorso deve vedere riconosciuti i propri diritti. Abbiamo autonomia di bilancio e la useremo"

Il rettore di Roma Tre: "Pronti alla disobbedienza"

Guido Fabiani: la situazione è esplosiva, siamo decisi ad assumere comunque i ricercatori

"Sono pronto a tutto, anche ad atti di disobbedienza, a disattendere norme di legge". A parlare non è un no global, ma Guido Fabiani, del consiglio di presidenza della Conferenza dei rettori nonché rettore di Roma Tre, l'ateneo più giovane della capitale. Disobbedienza? Rettore Guido Fabiani, si spieghi.
"Purtroppo la situazione delle università è esplosiva, e il governo ha in mano la miccia. Noi rettori presto potremmo non rispondere del governo degli atenei, abbiamo tenuto a freno le proteste per molto tempo, adesso basta, dopo anni di sacrifici impossibili ora il mondo accademico non ha alternative".
La protesta nasce dal ddl Moratti? E i rettori cosa chiedono? Qual è, esattamente, la situazione?
"Cominciamo dalla fine, dalla domanda sul presente. Tutto è fotografato da ciò che hanno fatto i miei ricercatori: sono andati a pulire i vetri delle auto per fare qualche soldo. Siamo a questo".
La situazione non può essere così grave.
"No? Ci sono 1.080 ricercatori che hanno vinto un concorso e non possono prendere servizio. Stessa situazione vivono 3.500 docenti e non docenti. Senza contare tutti i tagli, il blocco delle assunzioni è insopportabile. In una realtà piccola com'è quella del mio ateneo, ho circa cento persone in queste condizioni. Ho i ricercatori che non vanno in aula a fare lezione. Ho gli studenti che non sanno se il corso al quale si sono iscritti partirà o no. E in queste condizioni, quest'anno dovrebbero cominciare le lauree specialistiche. Dovrebbero".
Completato il triennio, uno studente, se vuole, può conseguire, da dicembre-gennaio, il biennio di specializzazione. Perché per lei è necessario il condizionale?
"Perché per farle partire c'è bisogno di personale. Di aule attrezzate. Di fondi. E, al momento, non abbiamo niente di tutto questo. Oltretutto, chi ha vinto un concorso deve veder riconosciuti i propri diritti, è insopportabile il contrario. Quindi, se non ci permetteranno di procedere alle assunzioni, ci sono due possibilità...".
Prego.
"La prima: non partono le lauree specialistiche. La seconda: assumo ugualmente, disobbedisco".
Si spieghi.
"Il Tar del Molise ha già detto che è lecito. Innanzitutto credo sia folle considerare come assunzione il passaggio di ruolo, da ricercatore ad associato o da associato ad ordinario: ma se si tratta di persone che sono già in organico, perché considerarle nuove assunzioni? E comunque: noi a Roma Tre procederemo con le assunzioni utilizzando i nostri fondi, abbiamo autonomia di bilancio e la useremo. Anche perché, con l'anzianità accumulata poniamo il caso come ricercatore, ecco che il nuovo assunto, promosso associato, non rappresenta neanche un costo. Ecco, da queste due possibilità, il blocco delle lauree specialistiche o le nuove assunzioni, non si esce. A meno che...".
A meno che?
"A meno che il governo non dia all'università ciò che è giusto: bisogna sbloccare le assunzioni e darci dei finanziamenti aggiuntivi. Così, andare avanti è letteralmente impossibile".
Le università sono molto critiche col ddl Moratti. Docenti, ricercatori e studenti sembrano compatti nella protesta. I rettori cosa faranno? Siete pronti anche a dimettervi?
"Non escludo nulla, neanche le dimissioni, che nel caso arriveranno con quelle dei presidi. Ma qualcosa va fatto, perché non ci sono alternative".
Alessandro Capponi