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Corriere-In piazza sotto la pioggia: salviamo la scuola

In piazza sotto la pioggia: salviamo la scuola Mamme, insegnanti e alunni al corteo dei sindacati a Roma. "Se non si cambia, altre proteste" ROMA - Gli stendardi con le scritte fatte a p...

29/02/2004
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Corriere della sera

In piazza sotto la pioggia: salviamo la scuola

Mamme, insegnanti e alunni al corteo dei sindacati a Roma. "Se non si cambia, altre proteste"

ROMA - Gli stendardi con le scritte fatte a pennarello, con la pioggia, scoloriscono: restano i palloncini in mano ai bambini, tantissimi, e adulti di ogni età, e ragazzi delle medie, inferiori e superiori. Insegnanti, genitori, alunni, bimbi col grembiule. E bandiere, da quelle rosse (Cgil, Ds, Prc) a quelle arcobaleno. "Centomila persone", dicono dal palco. E anche se Piazza del Popolo è colma, la cifra sembra arrotondata per generoso eccesso. Pezzotta (Cisl) ed Epifani (Cgil) promettono scioperi. Il popolo della protesta attraversa il centro di Roma: la pioggia diventa grandine, ma nessuno si allontana. "Siamo partiti con la neve", dice una coppia di Potenza. Sono arrivati dalla Sicilia e da Milano, dalla Sardegna e dalla Toscana. "Per salvare la scuola pubblica", dicono. Anche se il sottosegretario all'Istruzione, Valentina Aprea, minimizza: "Urlano menzogne, non ci faremo intimidire". E il portavoce di An Mario Landolfi se la prende con "la solita noiosa propaganda della sinistra". Durissimo il segretario dei Ds, Fassino: "Non riforma ma deforma. Smantella la scuola pubblica e getta nell'inquietudine le famiglie italiane preoccupate di fronte a una scuola che non è più in grado di garantire ai ragazzi quel futuro sereno che tutti vogliamo". Pezzotta, dal palco, annuncia "un percorso nuovo e forte per cambiare l'agenda dei progetti politici del Paese, dando priorità a temi fondamentali come quelli della scuola". In tanti, nella manifestazione che attraversa il centro della città, annunciano uno "sciopero imminente". Moltissimi gli striscioni, ironici e sarcastici. Bersagli, Letizia Moratti e il governo. Ad esempio: "Eliminare il tempo pieno è rubare il futuro soprattutto a chi ha meno". Oppure: "Non siamo badanti ma insegnanti". E ancora: "Riforma costo zero? La pagano i precari di ieri e i figli di domani". Un gruppo di siciliani, qualche centinaio di persone, urlano e cantano. Ma in dialetto stretto, incomprensibile. Si distinguono i nomi, "Moratti", "Berlusconi". Per tutti, "il vero obiettivo di questa riforma non è la scuola, ma i tagli".
A Piazza Barberini, poco dopo Via Veneto, i ragazzi dei licei scattano fotografie al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani: "Continua a essere larga la protesta nei riguardi della controriforma del ministro Moratti - dice - ed è assai probabile che il movimento crescerà fino a coinvolgere l'intera categoria". Che si guarda intorno e aggiunge: "Mai vista tanta gente sotto la grandine". Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, non è presente. Manda un messaggio letto dal palco: "Chi è in piazza ha a cuore la scuola". Applausi, palloncini lasciati salire verso il cielo. Alla fine, tutti vanno via ordinatamente. Con una promessa. "Torneremo".
Alessandro Capponi


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