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Corriere-In prima a cinque anni

LE NUOVE IPOTESI In prima a cinque anni ROMA - Alla materna a due anni e mezzo, in prima elementare a cinque anni e mezzo. Ma solo se i genitori lo vogliono. Licei di cinque anni. Potenziam...

09/01/2002
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Corriere della sera

LE NUOVE IPOTESI

In prima a cinque anni

ROMA - Alla materna a due anni e mezzo, in prima elementare a cinque anni e mezzo. Ma solo se i genitori lo vogliono. Licei di cinque anni. Potenziamento della scuola media. Formazione professionale di quattro anni, con un quinto anno di collegamento all'università o alla formazione superiore. E' l'ipotesi di mediazione sulla riforma della scuola che si sta delineando negli incontri tra i responsabili di settore dei partiti che compongono la maggioranza. Un'ipotesi che però non gode ancora della totalità dei consensi. Il punto critico riguarda proprio l'inizio delle elementari a cinque anni e mezzo. I genitori avrebbero facoltà di iscrivere i figli in prima, purché compiano il sesto anno entro il 30 giugno dell'anno successivo. Il guadagno, in termini di tempo, sarebbe di sei mesi. Ma sotto il profilo pedagogico c'è chi avanza delle riserve. E c'è anche chi teme un terremoto nell'attuale scuola dell'infanzia. Si è rimesso in moto, dopo la pausa natalizia, il dibattito sulla riforma dell'Istruzione. Gli Stati Generali hanno misurato il consenso del mondo della scuola sulla proposta elaborata dai sei "saggi" coordinati dal pedagogista Giuseppe Bertagna. Ora ci troviamo nella fase successiva. Le forze politiche che sostengono il governo dovranno mettersi d'accordo, partendo proprio da quel progetto, in vista dell'iter parlamentare della riforma. I licei di cinque anni e non di quattro, come suggeriva Bertagna, rappresentano lo "strappo" più evidente. Nessuno parla più del "bonus" di un anno garantito dalla materna. Sopravvivono invece i quattro bienni didattici in cui dovrebbe essere scandito il percorso di otto anni delle elementari e medie.
La maggiore difficoltà, che le riunioni previste nei prossimi giorni dovrebbero rimuovere, riguarda l'ingresso facoltativo nella scuola a cinque anni e mezzo. Un vantaggio che è sempre stato ricercato dalle famiglie. Tra l'altro i sei mesi di anticipo potrebbero compensare, qualora il bambino fosse destinato a proseguire gli studi in un liceo, proprio quel quinto anno che le forze politiche intendono mantenere come garanzia per la qualità degli studi.
La formazione professionale con pari dignità rispetto ai licei, che rappresenta la principale novità della proposta di riforma della scuola del centrodestra, verrà sottoposta al vaglio delle regioni che su questo indirizzo rivendicano con decisione le proprie competenze. Qui l'interrogativo più grosso riguarda il trasferimento nel canale della formazione professionale degli istituti professionali e di alcuni tecnici.