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Corriere-Istituti tecnici e professionali, oltre la riforma Moratti

IL DECRETO / Entro il 17 ottobre si saprà se il Consiglio dei ministri approverà il progetto sulle superiori. I pr...

10/10/2005
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Corriere della sera

IL DECRETO / Entro il 17 ottobre si saprà se il Consiglio dei ministri approverà il progetto sulle superiori. I presidi: lavoriamo nell'incertezza
Istituti tecnici e professionali, oltre la riforma Moratti
Salvata la sperimentazione in 60 scuole lombarde. "Ma c'è troppa confusione sui programmi"
Liceo tecnologico, corsi triennali, indirizzo coreutico, istruzione e formazione professionale. È il rebus delle superiori. Non ancora risolto (entro il 17 ottobre si saprà se il Consiglio dei ministri approverà il decreto di riforma), incerto sui tempi (il ministro Moratti aveva promesso alla conferenza Stato Regioni di slittare la sperimentazione al 2007 - 2008, i senatori del centrodestra della commissione Istruzione hanno chiesto che i nuovi licei partano dal prossimo anno scolastico), in alto mare sui modi (del secondo canale del progetto, la formazione professionale, mancano programmi, spendibilità dei titoli nel mercato del lavoro, organizzazione e formazione del personale). E in Lombardia? Antesignana della sperimentazione, nonostante l'accordo tra ministero e conferenza unificata continua sulla strada dei corsi triennali. Quelli regionali, ormai al loro quarto anno di vita, quelli avviati negli istituti tecnici e professionali partiti lo scorso anno.
Sono in tutto una sessantina (per un totale di 143 classi e 5 mila studenti) gli istituti superiori lombardi che hanno aderito alla sperimentazione dei corsi triennali. Come il tecnico Giorgi, dove i ragazzi studiano per una specializzazione in meccanica al diurno, di elettronica al serale. Obiettivo, abbattere la dispersione scolastica.
"Il problema - spiega il preside, Rodolfo Rossi - è che è tutto con il punto di domanda. Ma la qualifica biennale va avanti, perché nasce da un accordo di tre anni fa tra Roberto Formigoni e Letizia Moratti".
Wolfango Pirelli, segretario di Cgil scuola, è scettico. "Con la divisione tra i due canali - si domanda - che fine faranno gli istituti tecnici e i professionali?". Un problema tutto lombardo, visto che, nonostante la fuga verso i licei, gli iscritti ai tecnici per quest'anno sono 30.567 (erano 32.753 nell'anno 1999-2000, meno 6,7 per cento) contro i 17.899 dello scientifico e i 5.332 del classico.
"Con la divisione dei percorsi - continua Pirelli - la riforma costringerà i tecnici a trasformarsi in licei tecnologici perdendo i laboratori tipici di questo indirizzo. Noi, invece, puntiamo a un biennio unitario che non separi i percorsi".
Al professionale Caterina da Siena il collegio dei docenti ha rifiutato la sperimentazione della riforma. "C'è da rivedere questo secondo canale - commenta la preside, Clara Magistrelli - perché è secondo in tutti i sensi. L'istituto professionale viene penalizzato. La riforma si è bloccata e noi siamo in attesa che qualcuno si faccia carico dei bisogni degli allievi. Che non si risolvono "licealizzando" tutto o facendo corsi di avviamento al lavoro, non è questa la risposta. Siamo molto preoccupati".

Annachiara Sacchi