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Corriere-L'estate di un preside nelle periferie "Così riporto a scuola i baby-teppisti"

L'estate di un preside nelle periferie "Così riporto a scuola i baby-teppisti" Li chiama desperados , teppisti,...

23/07/2005
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Corriere della sera

L'estate di un preside nelle periferie "Così riporto a scuola i baby-teppisti"
Li chiama desperados , teppisti, delinquenti. Ma in fondo sono i suoi preferiti. Li ha cercati uno per uno - nei centri di formazione professionale, nelle associazioni che si occupano di giovani extracomunitari, nel quartiere - e li ha convinti a studiare. Nella sua scuola, l'itis Giorgi. Dallo scorso settembre ne ha "salvati" otto su quindici: "Otto ex disgraziati che andranno in seconda". E quest'anno ci riprova. Via, con una nuova classe di desperados . Li vuole far studiare a tutti i costi. Rodolfo Rossi, preside del Giorgi - istituto tecnico e liceo scientifico tecnologico, 500 studenti al diurno, altrettanti al serale - ormai l'ha presa come una missione: recuperare ragazzi "difficili" e portarli a una qualifica meccanica triennale.
Per ora, nell'istituto di viale Liguria, sono due le classi "a rischio". La seconda superiore, gli otto "superstiti" dell'anno scorso cui si aggiungerà un gruppo di extracomunitari, e la nuova prima: "Saranno una ventina: metà saranno i bocciati che vengono da altre scuole, metà stranieri". Un mix esplosivo e un duro lavoro di recupero. Rossi sospira: "Quattro li abbiamo spediti direttamente al lavoro perché non riuscivano a stare in classe".
Poi le lezioni. In due, massimo tre per volta. Per evitare che scattino le dinamiche del branco. "Per questi ragazzi la logica del gruppo può essere pericolosa". E allora di nuovo a rimboccarsi le maniche, a raschiare i fondi di istituto per pagare gli insegnanti di sostegno e gli straordinari.
Poi ci vogliono i laboratori: "Mica possono stare fermi come gli altri. Bisogna tenerli impegnati con la testa e con le mani". Certo, i soldi sono un problema. "Ma finché ce ne sono li spendo".
E a settembre si riparte. Sicuri che anche questa volta ci saranno episodi di bullismo e lamentele, che qualcuno non arriverà nemmeno alla prima settimana di scuola. "Ma - continua Rossi - non tutti hanno gettato la spugna. L'anno scorso otto rampolli hanno accettato le regole del gioco. Sono maturati, hanno capito che si stava dando loro una chance . Siamo riusciti a stabilire un contatto con i genitori, ma questi ragazzi vivono in contesti familiari molto deboli".
E se l'anno scorso il preside Rossi si era messo in moto pochi giorni prima che cominciassero le lezioni, quest'anno, appena conclusi gli esami di maturità, ha subito dato la caccia a nuovi "disgraziati". Si è informato, si è rivolto alle agenzie di formazione professionale, ha contattato i centri dove si fa lezione a chi è appena arrivato in Italia, ha cercato le scuole dove alta è la percentuale di bocciati. Ha raccolto in tutto venti primini. "Ma accettiamo altre iscrizioni".
Settembre non è lontano, e il preside Rossi sorride all'idea di domare i nuovi "bulletti" del Giorgi. Racconta: "Li ho seguiti personalmente. A volte li interrogavo in matematica". Nel grande cortile della scuola per tutto l'inverno li ha rincorsi - "sei in ritardo" - , sgridati - "qui ci sono regole da rispettare" - , minacciati - "ti sospendo" -, incoraggiati - "metticela tutta". Nove mesi in cui Rossi si è sgolato, arrabbiato, demoralizzato e rialzato in piedi ogni volta che un desperado se ne andava dalla sua scuola. Ma la grinta non l'ha mai persa. E ora che si ricomincia può confessare: "Questa classe mi ha ringiovanito".

Annachiara Sacchi