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Corriere-L'onda lunga dei 40mila

L'onda lunga dei 40mila Gli organizzatori: ora coinvolgeremo le superiori Il movimento vuole crescere ancora: "La gente è con noi al di là delle idee politiche" Adesione da ...

15/02/2004
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Corriere della sera

L'onda lunga dei 40mila
Gli organizzatori: ora coinvolgeremo le superiori
Il movimento vuole crescere ancora: "La gente è con noi al di là delle idee politiche"
Adesione da record per i cortei di genitori e insegnanti che hanno riempito piazza Duomo
TERESA MONESTIROLI


"Quarantamila. Sì, proprio quarantamila". Alle quattro del pomeriggio la voce parte da piazza Duomo e corre fra gli striscioni, scendendo lungo i due cortei. Nessuno ci crede, neanche gli organizzatori. Eppure è successo. La protesta contro la riforma Moratti, orchestrata nelle ultime settimane dalla Rete di resistenza, è scesa in piazza, mostrando una forza inaspettata con due manifestazioni fiume. Genitori e maestre, professori e presidi. E tanti, tantissimi bambini hanno attraversato e bloccato il centro della città, tappezzando le strade di messaggi di San Valentino, cuori e coriandoli. Un risultato eccezionale se si pensa che l'ultima manifestazione della scuola organizzata dai sindacati confederali aveva portato in piazza poco più di 10mila persone. E ora? Dopo aver mobilitato migliaia e migliaia di persone, cosa farà il movimento? "Andremo avanti - spiega Roberto Rivolta, del comitato genitori della scuola elementare di via Vigevano - cercando di coinvolgere anche le scuole superiori, nel mirino dei prossimi decreti della riforma. Il movimento può e deve crescere ancora, andando anche oltre i confini cittadini". "Speriamo che ora si muovano anche le altre città. La staffetta dovrebbe passare a loro" dice Andrea De Loto, della elementari Arcadia.
L'ingresso trionfale in Duomo è alle 16.20 quando i due cortei, partiti alle 15 da Porta Venezia e da piazza Sant'Eustorgio, si incontrano e si fondono. È nel cuore della città che i partecipanti realizzano di essere tantissimi. "Molti più della nostra previsione" raccontano. E di quella della questura, che non ha concesso i quattro percorsi richiesti. "Ci hanno detto che 4 manifestazioni non le avremmo riempite. Invece?".
Venerdì cento scuole occupate, ieri 40 mila persone in piazza, 20 mila secondo la questura. Senza l'aiuto dei sindacati e dei partiti. Anche se tutte le sigle sindacali e il gruppo Ds milanese hanno aderito alla manifestazione. Ma come è successo? "È un movimento che parte dal basso, spontaneamente - spiega Michele Corsi, fra gli organizzatori della Rete di resistenza -. Non ci sono leader che trascinano o decidono. Abbiamo delegato tutto ai comitati dei genitori, in modo che ogni scuola fosse autonoma e partecipasse a modo suo. Ora la sfida è quella di mantenere questa struttura orizzontale". Che si è dimostrata vincente. In soli tre mesi, infatti, da un gruppetto di insegnanti preoccupati del futuro della scuola italiana, gli "antimorattiani convinti e consapevoli" sono diventanti 40 mila. Una bella torta che in molti vorrebbero spartirsi. E le prossime mosse si preannunciano difficili. "Cosa faremo ora? Deciderà l'assemblea. Siamo un Forum di comitati - ricorda Elena Miglietta -, non cambieremo di certo ora. Continueremo a fare informazione". Nessuna anticipazione, dunque. Per leggere nel futuro del movimento, bisogna aspettare fino a sabato prossimo, quando l'assemblea si riunirà di nuovo. D'altronde è sempre stato così, fin dall'inizio. Il tam tam della protesta viaggia per lo più in rete e nelle assemblee delle scuole e in pochi mesi ha raccolto migliaia di persone, di Milano e dell'hinterland. Di centrodestra e di centrosinistra.
Non solo i cortei del pomeriggio. La giornata in difesa della scuola pubblica era iniziata al mattino, quando tremila studenti delle scuole superiori avevano sfilato da largo Cairoli a piazza Scala. Un corteo che il vice sindaco Riccardo De Corato ha definito uno "spray day" per le scritte sui muri. E ha proposto che chiunque organizzi un corteo, lasci una caparra per sanare i possibili danni agli edifici della città.


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