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cORRIERE-La Bibbia contro Darwin

Il cardinale Schönborn La Bibbia contro Darwin di LUIGI ACCATTOLI C'è una "teoria dell'evoluzione" che "può essere vera", ma c'è anche un "dogma neo-darwiniano" che "non lo è" e che l...

10/07/2005
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Corriere della sera

Il cardinale Schönborn
La Bibbia contro Darwin
di LUIGI ACCATTOLI
C'è una "teoria dell'evoluzione" che "può essere vera", ma c'è anche un "dogma neo-darwiniano" che "non lo è" e che la Chiesa cattolica considera "incompatibile" con la Bibbia e con la ragione: lo afferma il cardinale Christoph Schönborn, che in aprile era dato tra i papabili, con un articolo pubblicato il 7 luglio dal New York Times. Quell'uscita del cardinale - arcivescovo di Vienna e teologo di vaglia - sta provocando polemiche in America, tra chi l'applaude come una provvidenziale "chiarificazione" e chi l'accusa di mettere in "crisi di coscienza" gli scienziati cattolici. Il fuoco della disputa è sul "disegno" che si può "rintracciare" o meno nella "natura" e che costituisce una "guida" per la sua "evoluzione": se c'è un disegno vuol dire che c'è Dio, ma se ci sono solo "variazioni casuali", allora si può fare a meno del Creatore. Il cardinale afferma che è "contrario alla ragione" affermare che l'evoluzione della vita sia "senza guida", nega che Papa Wojtyla avesse sdoganato il neo-darwinismo - come si sostiene in America - e racconta di aver esposto la sua posizione al cardinale Ratzinger, poco prima del Conclave, ricevendone un "incoraggiamento" a farla valere. La disputa su creazionismo ed evoluzionismo è sempre accesissima negli Stati Uniti.
Vi sono scienziati - anche di formazione cattolica - che affermano la "piena compatibilità" della dottrina dell'evoluzione con il cristianesimo e altri, cattolici ma soprattutto "evangelici conservatori", che la negano tenacemente.
La "compatibilità" era stata presentata con forza il maggio scorso, sul "New York Times", dal fisico Lawrence M. Krauss, della Case Western Reserve University. Gli oppositori di essa - quelli in particolare che collaborano con il Discovery Institute di Seattle - hanno creduto bene di provocare, in risposta, un intervento del cardinale di Vienna, a "chiarificazione" della posizione cattolica.
Ecco la tesi centrale dell'articolo di Schönborn: "L'evoluzione nel senso di una comune discendenza può essere vera, ma l'evoluzione nel senso neo-darwiniano - intesa cioè come un processo di variazione casuale e selezione materiale - non lo è". E ancora: "Un sistema di pensiero che neghi o tenti di confutare la palmare evidenza di un disegno biologico è ideologia, non è scienza".
Secondo il cardinale le teorie evoluzionistiche radicali - quelle cioè che non riconoscono l'esistenza di un "disegno" - "negano alla divina provvidenza ogni vero ruolo causale in riferimento allo sviluppo della vita nell'universo".
Ma Giovanni Paolo II non aveva "riabilitato" Darwin, come avevano titolato i giornali italiani in occasione di un suo discorso alla "Pontificia accademia delle Scienze", nell'ottobre del 1996? E dunque la Chiesa cattolica non ha già "accettato" l'intera dottrina dell'evoluzione, comprese le sue filiazioni radicali? "Non è vero" sentenzia il cardinale.
In quell'occasione il papa polacco aveva reinterpretato la condanna del "sistema evoluzionistico" che era stata formulata da Pio XII nel 1950, affermando che "oggi, dopo quasi mezzo secolo, le nuove conoscenze conducono a riconoscere nella teoria dell'evoluzione più che un'ipotesi", essendosi essa "progressivamente imposta" agli scienziati delle più varie discipline "a seguito di una serie di scoperte".
Tutto vero, scrive Schönborn, finché si tratta di "lasciare alla scienza la determinazione in dettaglio della storia della vita sulla Terra". In tale impresa la teoria dell'evoluzione può essere considerata "più che un'ipotesi", purché non si arrivi - radicalizzandola - a "negare il disegno".
Così delimitato, l'evoluzionismo può essere insegnato nelle scuole cattoliche - conclude il cardinale - facendo attenzione a presentarlo come "una delle tante teorie" che spiegano la storia della vita sulla Terra.
Anche questo punto, dell'insegnamento dell'evoluzionismo nelle scuole, vede un dibattito aspro in America e qualcosa di esso è riecheggiato da noi, quando sembrò che il ministro Moratti volesse escludere Darwin dai programmi scolastici.
Il "New York Times" di ieri tra i personaggi interpellati sul pronunciamento di Schönborn cita Francisco Ayala, un biologo della Irvine University (California), ex domenicano, che definisce l'intervento del cardinale "un insulto" a papa Wojtyla. Ma Schönborn non si scompone, precisa che quel discorso wojtyliano all'Accademia delle Scienze è "vago e poco importante", mentre il "vero insegnamento" di Giovanni Paolo II in materia va cercato in una serie di altri testi - che riporta puntualmente - e nel "Catechismo della Chiesa cattolica" (1992), dove si afferma che "il mondo non è il prodotto di una qualche necessità, né di un cieco destino, né del caso", ma è stato "creato dalla sapienza di Dio". Infine Schönborn cita Benedetto XVI, che nell'omelia dell'inizio del pontificato ha detto: "Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell'evoluzione".

Luigi Accattoli