Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Corriere - La scuola che vogliamo: più soldi, meno burocrati

Corriere - La scuola che vogliamo: più soldi, meno burocrati

Suggerimenti e proteste in vista degli Stati generali. Ma c'è chi se la prende con gli insegnanti: superpagati per poche ore "La scuola che vogliamo: più soldi, meno burocrati" Salari bassi...

19/11/2001
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Suggerimenti e proteste in vista degli Stati generali. Ma c'è chi se la prende con gli insegnanti: superpagati per poche ore

"La scuola che vogliamo: più soldi, meno burocrati"

Salari bassi, alunni svogliati, aule affollate. Forum del Corriere: i messaggi di docenti, genitori e studenti

ROMA - Scrivono i docenti, arrabbiati con i presidi e con le istituzioni, spesso depressi, ma ancora decisi a incidere sulla qualità della scuola. Scrivono i mariti, disperati per il superlavoro delle mogli che insegnano. Scrivono i presidi, per dire sì all'autonomia ed elencare i risultati dei progetti in corso. Scrivono genitori preoccupati e studenti sfiduciati. Sono i messaggi giunti al sito del Corriere dalla prima puntata dell'inchiesta sulla scuola. Messaggi arrabbiati, ma anche riflessivi, pieni di spunti. Una grande forza dialettica che alimenta il dibattito sul futuro dell'istruzione e traccia un ritratto, spesso impietoso, di una realtà in continuo cambiamento. Un contributo complessivo per quegli "stati generali" dell'istruzione che il ministro Letizia Moratti intende convocare a metà gennaio.
Il primo messaggio arriva dal signor Erasmo : 52 anni, ex radicale, ora berlusconiano, crede nella risurrezione della scuola. Dice che il nodo è la valutazione, da affidare a un pool di psicologi, sociologi e professori universitari. Daniela Basso insegna in un artistico del "ricco Nord", si affida al "manager Moratti" per rivalutare la professionalità: "Come mi ha detto un genitore di uno studente, "oggi la scuola è costituita da un manipolo di eroi e da una schiera di mentecatti". È quasi la verità". Il problema, scrive Piero Atzori , è l'eccessivo carico di lavoro che grava sugli studenti. Scherziamo? Risponde Marco Romano , convinto che ridurre le ore aumenti la superficialità: "Evitiamo che il lavoro onesto e tenace dell'insegnante si polverizzi".
Nemmeno gli studenti sono più gli stessi... "Figli del benessere, distratti da mille cose futili - li descrive "amareggiata " Cesarina Mencareli , innamorata del mestiere del docente -. Arroganti e maleducati, vogliono solo un diploma...". Sotto lo pseudonimo Sethi scrive una mamma, delusa perché alle elementari non si boccia più: "Molti bambini ne approfittano". Antonella Lombardo , docente, denuncia violenza e anche furti a scuola da parte dei ragazzi. E provoca il ministro: "Perché i prossimi docenti non li recluta nella Croce Rossa?" .
Meglio chiedere "la rottamazione" provoca un insegnante, colmo di rancore verso le famiglie "che pretendono tutto, dai percorsi teatrali alla cucina alternativa". Per cambiare in meglio, è l'utopia di Elisabetta Boloni , del Carlo Levi di Roma, bisogna "abituare i ragazzi al senso di responsabilità, alla legalità". Il preside del "Gadda" di Paderno Dugnano (Milano), Alberto Berardocco , ritiene sconfortante il confronto con le altre scuole europee. Mentre la ricetta di Massimo Tronca , che si definisce "il prototipo dell'insegnante del Terzo Millennio" (precario dopo 15 anni di servizio) è uscire dai "terribili gironi infernali" riducendo a 25 gli alunni per classe. È lui, che insegna a Pescara, ad innescare lo scontro su orari e salari . "Diciotto ore? Che lusso", sferza un anonimo farmacista offeso dal "lamento continuo" degli insegnanti: "Con 40 ore di lavoro settimanali guadagno come voi". Risposta - feroce - del marito di una docente.
Peter è disposto a lavorare in classe anche 20 ore, ma "meno burocrazia e retribuzioni europee". Renato , che insegna "nel ricco Nord-Est" risponde con un episodio: "Mentre mi infervoravo a spiegare l'importanza della conoscenza, un ragazzino di 11 anni mi chiede: "Ma tu che hai studiato tanto quanto guadagni in un anno?". Alla mia risposta, mi guarda sprezzante: "Mio padre, camionista, li guadagna in tre settimane"".
Giovan ni Faldetta non crede "che la ministra voglia e possa adeguare" gli stipendi alla media europea. A proposito, replica Serena Peterlin , reduce da una gita scolastica: "Ai docenti è stato tolto il rimborso delle spese del pranzo". Eppure si va avanti, con l'ostinazione di "voler formare cittadini pensanti". Andrea Del Ponte inveisce contro l'autonomia che "corrode la libertà d'insegnamento" . Novella , anche lei insegnante, non è d'accordo: "L'autonomia è la nostra scommessa" . Decine le e-mail per il ministro Moratti. Paolo Bianchi , maestro elementare a Siena, non ha gradito la nomina di monsignor Tonini al vertice della Commissione che redigerà il codice deontologico. Daniele Tittarelli è contrario alla distribuzione "a pioggia" di computer portatili ai docenti. Un suggerimento arriva da Carla '83 : "Visto che non si vuol più bocciare, perché non differenziare i diplomi in modo che solo quelli preparati accedano all'Università?".
Luca è convinto che Let izia Moratti "sta facendo meno da nni" di altri. Gianni Mereghetti auspica una riforma "che rimetta al centro della scuola il rapporto insegnante-studente". Mentre Fabio, liceo classico, chiede se farà in tempo a sostenere l'esame di Stato riformato.Come dargli torto, visto che tutti lo ritengono più facile? La conclusione spetta a un anonimo ingegnere settantenne: "La mia scuola era migliore". Perché c'era un ingrediente oggi dimenticato: "l'umiltà". Agli stati generali si parlerà anche di questo?


Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

SFOGLIALO IN ANTEPRIMA!