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Corriere: Lotta alla dispersione scolastica. La lezione dei Paesi in via di sviluppo

I governi messicano e brasiliano aiutano economicamente le famiglie in difficoltà se si impegnano a mandare i figli a scuola

27/05/2010
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Corriere della sera

Negli ultimi decenni il fenomeno della dispersione scolastica ha registrato una sensibile riduzione ma ci sono regioni italiane in cui il numero di abbandoni è ancora molto alto. Secondo i dati forniti dal Ministero dell'Istruzione, nell'anno 2006/07 in Campania e Sicilia gli studenti che hanno abbandonato gli studi hanno superato, rispettivamente, le 7 mila e 6 mila unità. Il fenomeno acquisisce dimensioni ancora più preoccupanti se si considerano i bambini che, pur continuando a frequentare la scuola dell’obbligo, lavorano in nero: nella sola provincia di Napoli ci sono 40 mila bambini tra i 9 e i 13 anni che lavorano. In questi anni non sono mancate politiche e programmi volti a ridurre il fenomeno della dispersione scolastica, ma la valutazione di questi interventi è stata o del tutto inesistente o basata su metodi scientifici poco attendibili.

Il basso tasso di scolarizzazione viene comunemente annoverato tra le cause principali degli alti tassi di povertà e disuguaglianza nelle aree più arretrate. Proprio per aumentare la partecipazione scolastica e, più in generale, incentivare l’accumulazione di capitale umano, in numerosi paesi in via di sviluppo sono stati introdotti nell’ultimo decennio programmi di sussidi condizionali, noti in inglese con il nome di Conditional cash transfers. Questi programmi subordinano trasferimenti in denaro alle famiglie più povere all’effettuazione di predeterminati investimenti in capitale umano. Al fine di ricevere gli aiuti, le famiglie devono iscrivere i propri figli a scuola e garantire un’assidua frequenza. Altre condizioni prevedono che i bambini sostengano regolari visite mediche e che i genitori frequentino corsi di informazione in materie di salute e nutrizione. In Messico il programma «Oportunidades» distribuisce aiuti ad un totale di 5 milioni di famiglie, mentre in Brasile il programma «Bolsa Familia» dà sostegno a quasi 12 milioni di famiglie. La strategia di riduzione della povertà perseguita da questi programmi è stata quella di bilanciare obiettivi di sostegno sociale con quelli di formazione del capitale umano. I risultati di un recente studio della Banca Mondiale evidenziano come questi programmi siano riusciti ad aumentare, da un lato, il livello dei consumi delle famiglie e, dall'altro, il tasso di iscrizione e frequenza alla scuola primaria e secondaria.

Alla base del successo di questi programmi c’è, tra le altre cose, un attento processo di monitoraggio e di valutazione. La verifica