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Corriere: Maturità, cambiano i voti. Più difficile prendere 100

Necessaria la media del sei per essere ammessi, condotta compresa.

07/06/2009
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Corriere della sera

ROMA — Cambiano le regole nella scuola italiana e la maturi­tà 2009 non fa eccezione. Sono due le novità importanti, il pun­teggio per il voto finale e l’obbli­go della media del sei per l’am­missione all’esame, condotta compresa.

Il punteggio della maturità quest’anno cambia. Il credito scolastico, ovvero quanto si è «guadagnato» impegnandosi nello studio durante tutto il tri­ennio, sale da 20 a 25 punti. Gli scritti saranno valutati sempre al massimo 15 per uno, quindi 45 punti complessivi, la prova orale scende invece da 35 a 30. Il totale fa sempre 100 ma cam­bia il criterio di valutazione per­ché il curriculum avrà più peso dell’esito dell’orale. Così come avrà più peso nel raggiungimen­to di quel minimo punteggio (15 punti sul credito scolastico e 70 sulle prove scritte e orali), che occorre per accedere al bo­nus di 5 punti a disposizione della commissione per premia­re i meritevoli.

«Diventa di fatto più difficile per il ragazzo che va bene all’esa­me ottenere un punteggio più alto e il bonus — sottolinea il preside del liceo Dante Alighieri di Roma Carlo Mari —. Da una parte basta un credito me­dio- basso per accedere al bo­nus, dall’altra si rende più com­plicato arrivarci con la prova orale. Sembra che si voglia favo­rire il curriculum scolastico, ma non so quanto questo sia davve­ro un vantaggio per lo studen­te ». La riforma del punteggio è stata decisa tre anni fa dal mini­stro Giuseppe Fioroni. Non po­teva entrare in vigore prima di quest’anno perché occorreva at­tendere il completamento del primo triennio interessato dalle nuove regole. Il ministro Maria­stella Gelmini ha ritenuto di mantenere questa norma per­ché è giusto «tener conto non soltanto dell’esame di maturità ma di tutto il percorso di studi». Il preside del Vittorio Veneto di Milano, Michele D’Elia, non è convinto: «Mi sembra una roba studiata a tavolino, un ragazzo può riscattare con la maturità un percorso non brillante, per­ché non dargli fiducia valoriz­zando la sua prestazione all’esa­me? ».

L’altra importante novità que­st’anno è la media obbligatoria del sei per essere ammessi alla maturità. Fino all’anno scorso ci si poteva fermare anche ad un cinque e mezzo, con una mo­tivazione scritta del consiglio di classe. Per diversi mesi inse­gnanti e studenti sono rimasti nell’incertezza di quello che sa­rebbe accaduto a giugno perché la Gelmini avrebbe voluto subi­to un sistema più meritocratico, e cioè il sei in ogni singola mate­ria, cosa che sarà obbligatoria a partire dalla maturità 2010. Poi, pochi giorni fa, è passato il prin­cipio della sufficienza con il vo­to in condotta che fa media.

«Per fortuna si è trovato un compromesso — dice ancora il preside romano Carlo Mari —. La media del sei salva l’esigenza del rigore senza penalizzare troppo gli studenti». Più critico il collega del liceo milanese Mi­chele D’Elia: «Gli studenti non sono bulloni di un ingranaggio e gli insegnanti non sono auto­mi che applicano delle regolet­te. Questa disposizione toglie il dato umano ai consigli di clas­se. Ogni studente ha una sua storia, va valutato singolarmen­te, il sei di media obbligatorio ci ha costretti soltanto ad alzare i voti prima di entrare in consi­glio di classe per evitare boccia­ture di massa». Il voto in condot­ta che fa media, poi, continua D’Elia «ottiene il risultato con­trario all’intento meritocratico del ministro. Un ragazzo poco studioso ma con un 9 in condot­ta finisce per essere premiato mentre un ragazzo brillante ma un po’ troppo vivace può essere penalizzato».