Corriere: Maturità, ecco i ragazzi più bravi Il Sud vince la gara dei 100 e lode
Pieni voti a 3.529 studenti. In Puglia più del doppio della Lombardia
MILANO — L’Italia dei cento e lode, l’eccellenza della nostra popolazione studentesca, esce leggermente ridimensionata dall’ultimo esame di maturità. Quest’anno i quadri affissi all’esterno delle scuole hanno certificato la promozione a pieni voti di 3.529 studenti, premiati non solo con il 100 ma anche con la lode che dà diritto all’ormai consueto premio ministeriale. L’anno scorso le lodi erano state 4.008, ma il numero complessivo dei maturandi era un po’ più alto. Quest’anno il totale di candidati esaminati è stato di 383.167 unità: la media percentuale dei premiati con il massimo dei voti è rimasta inalterata, intorno allo 0,9% del totale.
In ogni caso su questi dati esercita un certo peso anche il clima di maggior severità imposto dal ministro Mariastella Gelmini, che ha avuto il suo primo riflesso immediato sul numero dei respinti, cresciuto dal 2,5% dell’anno scorso al 3,1 di quest’anno. Sono invece diminuiti drasticamente i cento senza lode. Sono 19.078, nel 2008 erano quasi il doppio, così come sono calati in proporzione sensibile anche i voti più alti, tra 81 e 99.
La nuova valutazione in centesimi è stata introdotta nel 2007 dall’allora ministro di centrosinistra Giuseppe Fioroni. Come prescrive la legge, per ottenere cento gli studenti devono portare in dote un credito di 25 punti riferito al curriculum e alle esperienze extrascolastiche dell’ultimo triennio, ottenere il massimo nelle tre prove scritte (ciascuna delle quali vale 15 punti), e poi tutto si gioca all’esame orale che da solo vale 30 punti. Infine i commissari, che da quest’anno hanno dovuto tener presente anche il voto in condotta, si riservano 5 punti di bonus.
Degli oltre 3.500 cento e lode, buona parte provengono da scuole meridionali. Per la precisione si tratta di 1.704 su complessivi 156.159 diplomati. Sono invece 764 gli studenti modello usciti da istituti del centro su 83.592 maturandi, e 1.061 da scuole settentrionali su 143.273 candidati al diploma. Anche se confrontiamo i dati relativi a chi ha preso soltanto 100, l’impressione di uno squilibrio a Sud nelle valutazioni viene confermato dai numeri. Le sole Campania, Puglia, Sicilia e Calabria ne mettono insieme 8.024, oltre il 40%, molti di più di tutti i migliori studenti del Nord, dove i maturati con 100 sono stati 6.121. In media solo il 5% degli esaminati ottiene il punteggio più alto, in Sicilia si viaggia sul 5,6%, in Puglia si arriva al 6,5, in Calabria addirittura al 7,9. Naturalmente è il settentrione a tenere bassa la media. Il Piemonte è appena sotto l’asticella, con il 4,8%, il Veneto si mantiene a quota 4,2, la Lombardia tocca il fondo con il 3,2.
La regione delle lodi è la Puglia, che detiene il record di promossi a pieni voti: 523, quasi 15% del totale nazionale, molto più della laboriosa Lombardia, dove gli esiti degli esami pubblicati qualche giorno fa hanno incoronato solo 210 studenti modello. E il dato risulta anche più impressionante se si considera che nel tacco d’Italia i diplomati non superano quota 31 mila, mentre nelle scuole lombarde sono stati quasi il doppio, 51.315.
I dati delle altre regioni confortano questa tesi, visto che anche in Campania si registra un cospicuo numero di promozioni con il voto massimo, ben 388, o in Calabria e Basilicata, che insieme ne vantano 341, pur totalizzando 22.429 esaminati contro i 29.919 del Veneto, dove invece i 100 con lode sono stati 219. Anche peggio è andata nelle scuole piemontesi, dove a fronte di 23.598 candidati i promossi a pieni voti sono 190, mentre in Sicilia se ne contano 369 su 39.770.
«Mi piacerebbe sostenere che gli studenti pugliesi siano i migliori di Italia — afferma la direttrice dell’ufficio scolastico della Puglia, Lucrezia Stellacci — e in effetti i nostri ragazzi riescono a ottenere risultati eccellenti grazie alle loro straordinarie doti. Tuttavia, avendo lavorato anche in altre regioni, non posso nascondere che certi risultati non sono dovuti solo alla bravura dei discenti, ma anche ai diversi metri di valutazione». Secondo il dirigente scolastico manca una disciplina unica: «I docenti sono costretti a regolarsi ciascuno a modo suo, e del resto difficilmente potrebbe essere altrimenti dal momento che non è stato ancora approvato il regolamento per l’attribuzione dei voti di maturità».