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Corriere-Milano-Nuove superiori, la riforma entra in classe. Dubbi e polemiche

Timori nei professionali. Il responsabile dell'Itis Giorgi: spariscono tutti gli indirizzi specializzati. Fermento anche tra gli studenti: a febbraio scattano le occupazioni Nuove superior...

24/01/2005
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Corriere della sera

Timori nei professionali. Il responsabile dell'Itis Giorgi: spariscono tutti gli indirizzi specializzati. Fermento anche tra gli studenti: a febbraio scattano le occupazioni

Nuove superiori, la riforma entra in classe. Dubbi e polemiche

Corsi di quattro anni e uno supplementare, piani di studi personalizzati: presidi e insegnanti si interrogano sui cambiamenti previsti dalla Moratti

Gli ottimisti: "Non cambierà niente". I possibilisti: "Speriamo che ne venga fuori qualcosa di buono". Gli scettici: "Questa riforma non passerà mai". I disperati: "È la fine dei tecnici e dei professionali". Presidi e insegnanti si interrogano sul futuro della scuola superiore. Tra dubbi e incertezze, dopo la pubblicazione dello schema di decreto legislativo che indica le "norme generali relative al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ed i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale".
Stanno leggendo lo schema (consultabile sul sito www.istruzione.it), organizzando seminari per capire cosa fare, chiedendo consigli. Soprattutto sulle modifiche agli istituti professionali: corsi di quattro anni e uno supplementare per accedere all'università. Ma anche sui licei tecnici, sulle passerelle per cambiare studi "in corsa", sui nuovo orari (due ore di filosofia negli ultimi tre anni degli otto licei), sui piani di studio personalizzati.
Tra i più polemici c'è Rodolfo Rossi, a capo dell'Itis Giorgi. "Se sparisce la professionalità che sta alla base degli istituti tecnici, si otterrà un pastrocchio troppo teorico. E poi il quadro orario è incomprensibile: due ore di tutto e nessuna specializzazione. Con il risultato che si perde il valore aggiunto del tecnico: formare ragazzi molto richiesti sul mercato del lavoro. Scompaiono i geometri e i ragionieri. E i periti ottici. E tutti gli indirizzi specializzati. La scuola è messa a ferro e fuoco".
Lo scorso venerdì mattina, al tecnico Molinari si è tenuta una riunione di tutti gli Itis di Milano e provincia. "Siamo tutti preoccupati - continua Rossi -: abbiamo inviato una lettera al direttore scolastico Dutto e all'assessore regionale Guglielmo per cercare di capire. Spero che si apra un dibattito serio". Anche i ragazzi sono in fermento. E preparano, per la prima settimana di febbraio, una serie di agitazioni: sono previste occupazioni e autogestioni nelle scuole superiori di Milano e dell'hinterland.
"Il vero problema - spiega Clara Magistrelli, preside dell'istituto per il commercio Caterina da Siena - sono i docenti dei professionali. Ci sarà la fuga ai licei se non viene garantito loro un futuro. Si sapeva, invece, che gli anni sarebbero sceso a quattro, ma deve essere offerta a tutti la possibilità di arrivare all'eccellenza". È d'accordo Annamaria Indinimeo, preside del professionale Kandinsky. "Chi insegna italiano e storia è già fuggito. Ma chi ha i laboratori, come da noi quello di sartoria, cosa farà? È necessaria una profonda riflessione su questi temi. Comunque è presto per spaventarsi: cambieranno lo schema altre dieci volte. Tanto vale aspettare".
Agostino Miele, a capo del tecnico Feltrinelli è ottimista: "Per ora non ci poniamo il problema. Siamo in attesa, è ancora tutto molto confuso". Ma i sindacati avvertono: "Il testo - spiega Wolfango Pirelli, segretario lombardo di Cgil scuola - prevede un processo di dequalificazione dell'istruzione professionale. I tecnici riuscivano a riunire in sé livelli culturali alti e apprendimento professionale. Soprattutto qui, in Lombardia, dove è il mercato economico a richiedere figure di questo genere. Basti pensare che nella nostra Regione i tecnici e i professionali sono frequentati dal 60 per cento circa dei ragazzi iscritti alle superiori".
asacchi@corriere.it
Annachiara Sacchi


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