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Corriere/Milano: Scuola, in arrivo duemila nomine Protesta dei precari: non bastano

Provveditorato assegna le cattedre. L’accusa: «Non coprono neanche il turn over dei pensionati»

16/07/2006
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Corriere della sera

Nomine in ruolo, si parte. Da domani, negli uffici del provveditorato, saranno assegnate 1856 cattedre. A tempo indeterminato . Ma gli insegnanti precari protestano: «Sono numeri ridicoli». Dopo le assunzioni del personale tecnico (segretarie ed economi), domani in via Ripamonti si continua con i docenti: 522 per le elementari, 266 alle medie, 204 alle superiori, 136 insegnanti di sostegno. «È una goccia nel mare - commenta Lucia Iorio, presidente dei precari milanesi - visto che sono migliaia i colleghi che da anni attendono un posto fisso». Qualche esempio: nelle scuole primarie, i posti vacanti sarebbero 1.623, 842 alle medie, 652 nei licei. In passivo, anche 3.500 bidelli. «Le assunzioni "concesse" - continuano i precari - sono talmente poche che non coprono nemmeno il turn over dei pensionati».
Secondo l’associazione che riunisce i professori fuori ruolo, avranno una cattedra «solo» 24 docenti di italiano nei licei e 20 nei tecnici. Sempre alle superiori, saranno assunti 17 insegnanti di inglese, 6 di spagnolo, 10 di scienze: «Ancora una volta gli organici sono al di sotto della realtà. Andremo a protestare direttamente a Roma».
Alfia Nicotra, segretario provinciale di Cgil scuola, aggiunge: «Chiediamo al Governo di programmare le assunzioni necessarie per coprire tutti i posti vacanti. Bisogna superare una fase di precarietà durata troppo a lungo. Da tempo gli insegnanti precari milanesi vivono in condizioni di disagio».
Bisognerà aspettare il 30 agosto prima che siano assegnate altre cattedre. A tempo determinato, però: quelle annuali (o della durata di dieci mesi) necessarie per l’avvio regolare dell’anno scolastico. Solita ressa e caccia ai posti migliori. «Ma quest’anno - si augura il provveditore di Milano, Antonio Zenga - dovremmo smaltire le nomine più velocemente del solito. Ce lo auguriamo, almeno».