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Corriere: Napoli, rubati i computer nella scuola della legalità

Via 32 pc e la cassaforte. Il provveditore: clima insostenibile

20/11/2006
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Corriere della sera

NAPOLI — Sono andati a rubare nella scuola dove si fa lezione di legalità. Un paio di notti fa qualcuno ha forzato una porta d'ingresso secondaria dell'istituto superiore Rosario Livatino, liceo scientifico e istituto professionale a San Giovanni a Teduccio, quartiere di periferia con tutti i guai dei quartieri di periferia. Hanno forzato la porta d'ingresso e poi quella dell'aula multimediale, da dove hanno portato via venticinque computer con schermo piatto. Altri sette li hanno presi dalla segreteria, e hanno anche svuotato una cassaforte dove era custodita una piccola somma di denaro.

Un bottino non eccezionale, vista la svalutazione dei computer sul mercato dell'usato, ma un danno serio per studenti e professori, che nell'aula multimediale svolgono una parte importante del loro lavoro.

Non si dovranno fermare a lungo, perché l'ex presidente della circoscrizione San Giovanni, Antonio Borriello, ha già trovato aziende e imprenditori disposti a regalare alla Livatino dodici computer. Ma il problema resta. Il furto dell'altra notte si aggiunge a una serie di atti vandalici avvenuti nella scuola, di cui il più grave risale a circa due mesi fa, poco dopo l'intitolazione della scuola al giudice siciliano assassinato dalla mafia. Furono allagate aule e uffici, svuotati sul pavimento numerosi sacchetti di spazzatura, e la foto del magistrato fu strappata dalla parete. In quell'occasione il preside Aristide Ricci e i docenti decisero di fare lezione nel cortile, stavolta non è stato necessario, ma il furto ripropone l'esigenza di sicurezza di una scuola dove si cerca di insegnare la legalità a una platea di studenti che viene in parte da situazioni difficili e a rischio criminalità.

E però le lezioni di legalità (inserite organicamente nei programmi di italiano, storia e diritto), stanno avendo successo. Come racconta un reportage di Enzo d'Errico recentemente pubblicato su Io Donna, gli studenti hanno inviato una lettera di solidarietà allo scrittore Roberto Saviano quando è finito sotto scorta per le minacce subite dalla camorra. E ognuno ci ha messo sotto nome e cognome. E poi qui hanno capito perché sono morti Falcone e Borsellino (nel 1993 molti studenti erano piccolissimi), e oggi sanno anche chi era Peppino Impastato, al quale venerdì prossimo sarà dedicata l'aula magna.

«Ma ciò di cui a questo punto abbiamo bisogno — dice la professoressa Beatrice Cerrillo — è di essere inseriti nelle scuole a rischio. E siamo grati al parroco di Forcella, don Luigi Merola, e alla preside Fernanda Tuccillo che come componenti della commissione nazionale scuola-legalità si stanno battendo affinché questo avvenga». Anche il dirigente scolastico di Napoli, Antonio Bottino conviene che la situazione della Livatino rischia di diventare insostenibile, e dopo il furto dell'altra notte, oltre a esprimere solidarietà, ha assicurato il proprio interessamento affinché si corra ai ripari. «Perché il rischio — aggiunge la professoressa Cerrillo — è che i ragazzi si demoralizzino. Finora hanno reagito con coraggio e determinazione, ma sarebbe davvero gravissimo se perdessero la voglia di studiare con l'impegno che ci stanno mettendo oggi».


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