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Corriere: Napolitano: le università di Milano un esempio per il Paese

«Sistema culturale da imitare». Decleva (Statale): faremo la nostra parte, ma servono risorse

04/07/2006
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Corriere della sera

Ha chiesto aiuto ai rettori dei sette atenei cittadini «per esportare il modello universitario milanese in tutto il Paese». Ha ascoltato richieste, analizzato problemi, fatto proposte. Ha ribadito l’importanza del dialogo tra le diverse forze politiche sul «tema della riforma», puntando sul «rinnovamento e la continuità». Raccogliendo l’applauso di decine di studenti, pronti a salutarlo come una rockstar: «Grande presidente!». Giorgio Napolitano all’università Bocconi. Tappa in via Sarfatti alle 17, al termine di una giornata cominciata con la visita al leader della Lega, Umberto Bossi, proseguita con la relazione del numero uno della Consob, Lamberto Cardia (a Palazzo Mezzanotte), e con la visita al Corriere della Sera .
Dieci ore a Milano. Per salutare le istituzioni, la finanza, l’editoria. E l’università. «I rettori - racconta il presidente della Provincia, Filippo Penati - hanno presentato la situazione delle loro università. Il presidente della Repubblica li ha lasciati con una promessa: chiederà ancora il loro aiuto. La richiesta di collaborazione è stata molto apprezzata».
Migliorare dove possibile, ma senza stravolgere l’impianto del sistema universitario, «senza buttare in mare una riforma dopo l’altra», a ogni «cambio di governo». È questo il messaggio di Napolitano ai rettori. Lo racconta Angelo Provasoli, a capo della Bocconi, che ieri, con il presidente dell’ateneo, Mario Monti, ha fatto gli onori di casa: «È stato un colloquio molto importante per l’intera comunità scientifica. Il presidente ha parlato delle potenzialità degli atenei milanesi, che sono il nerbo del sistema accademico italiano. Si è inserito nel dibattito della riforma cogliendone alcuni aspetti fondamentali. Ci è piaciuto molto».
Sette interventi di sette rettori: tre minuti ciascuno per illustrare le caratteristiche della propria università, per esporne i punti di forza e presentare i progetti per il futuro. Poi, la conclusione di Napolitano. «Il presidente - aggiunge Marcello Fontanesi, rettore dell’ultimo ateneo nato in città, la Bicocca - ha colto lo spirito di collaborazione che esiste tra gli istituti statali e non statali della città. Noi abbiamo ribadito l’importanza della competizione internazionale, della ricerca che deve essere finanziata adeguatamente, dell’eccellenza che i nostri studenti ci chiedono».
Alta formazione e ricerca, cultura e innovazione. Giovanni Puglisi, rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione Iulm e presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco, sottolinea: «La cultura è un patrimonio fondamentale e un importante asse di sviluppo economico del nostro Paese. Rappresenta anche un settore che offre spazi e opportunità professionali sempre più ampi».
Omaggi (Puglisi ha fatto dono al presidente di un volume della collana «Il Bel Paese», pubblicata dall’Unesco) e ricordi personali. Come quello di don Luigi Verzé, rettore dell’università San Raffaele («La più piccola di tutte, ma per una scelta precisa di qualità»), che ha raccontato di un «incontro premonitore» tra lui e Napolitano, quando ancora non era presidente della Repubblica: «L’ho guardato negli occhi e ho avuto una sorta di visione».
Un incontro «cordiale», quello di ieri. «Siamo stati ringraziati per il nostro lavoro», continua Giulio Ballio, a capo del Politecnico. Anche Lorenzo Ornaghi, appena riconfermato rettore della Cattolica, interviene: «Il presidente ci ha annunciato che chiederà il nostro aiuto e collaborazione». La testimonianza di Enrico Decleva, che guida l’ateneo più popoloso della città, la Statale: «Napolitano ha insistito sull’opportunità di una convergenza tra maggioranza e opposizione intorno al tema dell’università. Noi, in forme diverse, abbiamo sottolineato la voglia di fare la nostra parte per contribuire allo sviluppo del Paese, pur in una situazione di difficoltà finanziarie. Di risorse, però, abbiamo parlato garbatamente. Sono temi, questi, che vanno affrontati con i ministri. Senza esclusione di colpi».
Strette di mano e ringraziamenti. Poi verso la prefettura, per l’incontro con il sindaco Letizia Moratti, il presidente della Provincia, Filippo Penati, e il presidente della Regione Roberto Formigoni, e partecipare al ricevimento organizzato dal Quirinale (tra gli ospiti, l’ex premier Silvio Berlusconi). Ma prima di salire in auto, appena fuori dalla Bocconi, il commiato degli universitari, telefonino in mano per rubare uno scatto e applausi scroscianti. Il saluto della Milano che studia per diventare grande.

Annachiara Sacchi