Corriere: «Nessuna legge esclude i ragazzi stranieri»
La replica della Pubblica istruzione
ROMA — «Non c’è nessun motivo di legge per cui la ragazza di Napoli non possa affrontare l’esame di maturità. Ogni altra indiscrezione su questa vicenda è priva di qualsiasi fondamento giuridico». Il ministero replica con un comunicato alle proteste del preside, degli insegnanti e della famiglia di Daria, la studentessa ucraina senza permesso di soggiorno che rischierebbe di non fare la maturità a causa di una circolare del 22 maggio scorso che chiede a tutti i ragazzi di fornire il codice fiscale per inserire i loro dati nell’anagrafe dello studente.
«La raccolta del codice fiscale degli studenti è una funzionalità contenuta nell’Anagrafe degli studenti, iniziata nel 2005/06 e proseguita da tutti i governi che da allora si sono succeduti — continua il comunicato —. Nel caso in cui uno studente fosse, per qualsiasi motivo, sprovvisto del codice fiscale, verrebbe semplicemente escluso dalla base informativa del Ministero, senza alcuna conseguenza per la sua privacy nè per la sua possibilità di sostenere l’esame di Maturità». Dunque una normale attività di gestione del sistema informatico del Miur. Eppure il preside era sicuro: quella circolare è un diktat, se non si inseriscono i dati sul sito del ministero l’esame non si può fare.
Per Mariastella Gelmini quello di ieri è stato un pomeriggio intenso di telefonate incrociate con i tecnici del ministero per cercare di venire a capo della situazione. La sua preoccupazione è stata quella che si fosse montato un caso sul nulla. E che fosse quindi necessario sottolineare che non c’è una volontà politica di precludere gli esami di Stato ai ragazzi clandestini.
Dopo due ore di febbrile lavoro si è arrivati alla conclusione riassunta dal comunicato. Il ministro ha ricevuto rassicurazioni dal capodipartimento, secondo il quale potrebbe esserci stato un errore di interpretazione da parte del dirigente scolastico. Oggi stesso il direttore scolastico regionale invierà al preside Santaniello una disposizione con la quale spiegherà come interpretare la circolare togliendo così ogni dubbio. Daria farà l’esame, la circolare servirebbe soltanto ad attuare l’anagrafe degli studenti.
La Gelmini si è assicurata che nel caso uno studente non sia in grado di fornire il codice fiscale, l’unica conseguenza che ne deriverebbe è quella di non venire inserito nel cervellone del Miur. Nessuna conseguenza invece sul percorso di studi.
Mariolina Iossa