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Corriere: «Niente tagli ma occorre razionalizzare Priorità a tecnologie verdi e studi spaziali»

Il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca

02/08/2009
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Corriere della sera

La riforma degli enti di ricerca e il piano nazio­nale della ricerca sono attesi con inquietudine. Qualcuno teme il peggio.

Come risponde il ministro Mariastella Gelmi­ni?

«Occorre fare sistema, solo così lo sviluppo tecnologico diventerà innovazione produttiva».

Perché adesso un sistema non c’è?

«Proprio no. Ognuno fa per sé. Quindi biso­gna ripristinare una sinergia adesso inesistente, soprattutto fra gli enti e i ministeri. Oggi la colla­borazione è complicata e il ministero dell’Istru­zione, dell’Università e della ricerca ha perso la regia di una organizzazione strategica che deve riprendere».

E da dove inizia?

«Innanzitutto procediamo ad una verifica de­gli enti per semplificarne l’operato, razionalizzan­do dove serve e attuando una collaborazione con il ministero dello sviluppo economico».

C’è chi ha paura di ridimensionamenti....

«Non tagliamo nulla»

La legge di riforma basterà?

«Nel testo ci sono aspetti di incoerenza che me­ritano di essere migliorati»

C’è qualche metodo particolare adottato nel­l’operazione?

«Si verificano, intanto, i sistemi di incentiva­zione in modo che la ricerca diventi davvero pro­duttiva e si riesca a materializzare il famoso tra­sferimento tecnologico».

Sono previsti interventi per aiutare l’applica­zione

della riforma?

«Oltre alle risorse ordinarie bisogna pensare a nuovi strumenti di investimento che possono at­tirare capitali. Questi dovrebbero sostenere pro­prio il trasferimento tecnologico alle imprese».

E le risorse ordinarie rimarranno invariate?

«Bisogna soprattutto evitare la loro frammen­tazione che è il male presente finora e mai risolto nella realtà nonostante si continui a ricordarlo» Per la ricerca privata c’è il problema delle pic­cole e delle grandi imprese con diverse disponi­bilità e interessi...

«È un gap da colmare come ci è stato sottoline­ato anche dall’Europa. Ma c’è anche la disparità tra aziende del Nord e del Sud e anche questo è da ridurre».

E il piano nazionale per la ricerca?

«Si sta preparando in parallelo alla riforma da parte di un gruppo di lavoro. Alcune bozze sono già state diffuse e sottoposte a enti e ministeri».

Si sono stabilite delle priorità come molti chiedono?

«Certo, non sarebbe possibile fare diversamen­te. Tra le aree scelte c’è l’energia con le green tech­nologies , i processi dell’invecchiamento, l’alimen­tazione e l’agricoltura e la ricerca spaziale ricca di tecnologie legate alla vita quotidiana».

Il presidente americano Barack Obama ha subito deciso l’aumento dei fondi per la ricer­ca. Condivide?

«Ha fatto benissimo, è una via per rilanciare il Paese».

E in Italia ?

«In settembre organizzeremo una conferenza nazionale per la ricerca e daremo il via ad alcuni progetti per grandi infrastrutture scientifiche».

In quali campi?

«Da nuovi satelliti a progetti per l’aiuto ai Pae­si in via di sviluppo».

G. Cap.