Corriere: «Niente tagli ma occorre razionalizzare Priorità a tecnologie verdi e studi spaziali»
Il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca
La riforma degli enti di ricerca e il piano nazionale della ricerca sono attesi con inquietudine. Qualcuno teme il peggio.
Come risponde il ministro Mariastella Gelmini?
«Occorre fare sistema, solo così lo sviluppo tecnologico diventerà innovazione produttiva».
Perché adesso un sistema non c’è?
«Proprio no. Ognuno fa per sé. Quindi bisogna ripristinare una sinergia adesso inesistente, soprattutto fra gli enti e i ministeri. Oggi la collaborazione è complicata e il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca ha perso la regia di una organizzazione strategica che deve riprendere».
E da dove inizia?
«Innanzitutto procediamo ad una verifica degli enti per semplificarne l’operato, razionalizzando dove serve e attuando una collaborazione con il ministero dello sviluppo economico».
C’è chi ha paura di ridimensionamenti....
«Non tagliamo nulla»
La legge di riforma basterà?
«Nel testo ci sono aspetti di incoerenza che meritano di essere migliorati»
C’è qualche metodo particolare adottato nell’operazione?
«Si verificano, intanto, i sistemi di incentivazione in modo che la ricerca diventi davvero produttiva e si riesca a materializzare il famoso trasferimento tecnologico».
Sono previsti interventi per aiutare l’applicazione
della riforma?
«Oltre alle risorse ordinarie bisogna pensare a nuovi strumenti di investimento che possono attirare capitali. Questi dovrebbero sostenere proprio il trasferimento tecnologico alle imprese».
E le risorse ordinarie rimarranno invariate?
«Bisogna soprattutto evitare la loro frammentazione che è il male presente finora e mai risolto nella realtà nonostante si continui a ricordarlo» Per la ricerca privata c’è il problema delle piccole e delle grandi imprese con diverse disponibilità e interessi...
«È un gap da colmare come ci è stato sottolineato anche dall’Europa. Ma c’è anche la disparità tra aziende del Nord e del Sud e anche questo è da ridurre».
E il piano nazionale per la ricerca?
«Si sta preparando in parallelo alla riforma da parte di un gruppo di lavoro. Alcune bozze sono già state diffuse e sottoposte a enti e ministeri».
Si sono stabilite delle priorità come molti chiedono?
«Certo, non sarebbe possibile fare diversamente. Tra le aree scelte c’è l’energia con le green technologies , i processi dell’invecchiamento, l’alimentazione e l’agricoltura e la ricerca spaziale ricca di tecnologie legate alla vita quotidiana».
Il presidente americano Barack Obama ha subito deciso l’aumento dei fondi per la ricerca. Condivide?
«Ha fatto benissimo, è una via per rilanciare il Paese».
E in Italia ?
«In settembre organizzeremo una conferenza nazionale per la ricerca e daremo il via ad alcuni progetti per grandi infrastrutture scientifiche».
In quali campi?
«Da nuovi satelliti a progetti per l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo».
G. Cap.