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Corriere: Online senza sopprimere la carta
di Silvia Vegetti Finzi
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In linea di massima mi sembra una buona cosa che l'editoria scolastica realizzi una sinergia tra libri di testo su carta e in digitale. Tanto più che da tempo i ragazzi integrano i due supporti quando, da soli o in gruppo, svolgono ricerche o compilano tesine. Sono però convinta che il libro tradizionale, che si tocca, si sposta, si segna, si prende e si ripone a piacimento sia insostituibile e che, nella sua forma tradizionale, rappresenti un irrinunciabile «patrimonio dell'umanità». E' vero che per le famiglie la spesa complessiva costituisce un notevole onere finanziario e che, pertanto, bisognerebbe sovvenzionare quelle non abbienti. Ma molte volte si trovano i soldi per tutto (abiti, accessori, strumenti elettronici, divertimenti, motorini e gadgets vari) salvo che per i libri. Non possiamo dimenticare che, in molti ambienti sociali, i libri scolastici sono i primi che entrano in casa, e talvolta anche gli ultimi. Non sopprimiamoli a favore di forme di comunicazione più soft ma anche meno adatte a sostenere l'apprendimento, la memorizzazione e il confronto critico dei saperi.