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Corriere: Pioggia di milioni alla facoltà senza studenti

Caserta. Alla «Jean Monnet» 198 allievi per 50 docenti. Tra cui alcuni figli di politici locali.I fondi ripristinati con l'ultima Finanziaria. In passato insegnò anche il consulente della Mitrokhin Scaramella

31/12/2007
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Corriere della sera

CASERTA — La Finanziaria ha tagliato 90 milioni di euro destinati all'università. Eppure, in piena carestia, tra atenei vicini al tracollo e centri di ricerca fermi al palo, c'è una piccola facoltà che continua ad attrarre finanziamenti, nominare docenti e sfornare corsi universitari.
È la scuola d'alta formazione europea «Jean Monnet» di Caserta, una diramazione della Seconda Università di Napoli specializzata in diritto comunitario e molto altro ancora. La manovra appena approvata le ha restituito nella sua interezza un finanziamento di 1,5 milioni di euro all'anno per tre anni. Il fondo, stanziato nel 2005 quando la scuola è stata elevata al rango di facoltà di Studi Politici, suscitò fin dal primo momento feroci polemiche. L'anno successivo venne quindi ridotto a 500 mila euro. Ora, grazie all'emendamento proposto dal senatore Manzione dell'Unione democratica, è tornato all'importo originario: 4,5 milioni spalmati nel triennio.
La «Jean Monnet» può così tornare serenamente a fare ricerca, dispensare sapere, e soprattutto bandire nuovi concorsi. Pratica che sembra riuscirle molto bene.
Nel palazzo borbonico elegante sede della facoltà, insegnano tre figli di importanti politici locali, dieci familiari di altrettanti baroni accademici e svariati esponenti dell'alta borghesia campana. Ovviamente, si tratta di ricercatori e docenti che hanno ottenuto la cattedra nel pieno rispetto della legge. Maddalena Zinzi, ad esempio, figlia del deputato Udc Domenico, ha vinto un concorso ed ora è ricercatrice di diritto pubblico comparato. Allo stesso modo Tommaso Ventre, primogenito dell'eurodeputato di Forza Italia Riccardo, insegna diritto tributario. Mentre Carmine Petteruti, che invece è figlio del sindaco di Caserta Nicodemo, centrosinistra, si deve accontentare di una collaborazione in attesa di diventare a sua volta ricercatore. Stando ai dati forniti dal sito dello stesso ateneo, i posti banditi in meno di un biennio sono in totale 32. Con i 50 docenti già di ruolo, salvo errori burocratici e cambi in corsa, l'organico della facoltà è destinato così a raggiungere quota 82, senza contare i docenti a contratto e i tutor, tra i quali fino a qualche tempo fa figurava anche Mario Scaramella, l'ex consulente della commissione Mitrokhin, prima contaminato dal polonio e poi arrestato per traffico d'armi nel novembre dello scorso anno.
Una folla di cattedratici e ricercatori che rischia però di restare senza allievi a cui trasmettere la propria scienza. Stando ai dati per l'anno 2006-2007, gli iscritti sono 198, un'ottantina dei quali seguono le lezioni di «Cooperazione internazionale» nel piccolo comune di Torraca, nel Salernitano, cofinanziate per 50 mila euro dalla Regione. Nella sede principale, invece, si insegna un po' di tutto, dal disegno architettonico alla lingua araba, dalla statistica all'informatica. Un'offerta formativa da Enciclopedia Treccani, che non ha prodotto però l'atteso boom di matricole. «La nostra facoltà sta crescendo — spiega il preside Gianmaria Piccinelli —, ma siamo nati solo nel maggio 2005. Abbiamo bisogno di tempo e a questi ritmi ci metteremo presto in linea con gli standard nazionali ». Tuttavia, al momento, per ogni professore ci sono appena 4 allievi. Un record, soprattutto se paragonato ai numeri oceanici di un'altra facoltà dello stesso ateneo, Psicologia, dove gli studenti sono 5037 e i docenti, invece, solo 30. Il rapporto in questo caso è di 170 a uno. Eppure qui non si lamentano. «Che cosa vuole — commenta ironica la preside Elida Labella —. Ci sono nascite nobili e nascite proletarie. Ognuno deve fare i conti con le proprie origini».
Antonio Castaldo