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Corriere-Più accoglienza contro il muro razzista"

CGIL Carneri: "Più accoglienza contro il muro razzista" "Costruire muri all'integrazione è sbagliato. Bisogna favorire l'inserimento dei bambini musulmani nelle scuole pubbliche: anche, per ese...

10/09/2005
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Corriere della sera

CGIL
Carneri: "Più accoglienza contro il muro razzista"
"Costruire muri all'integrazione è sbagliato. Bisogna favorire l'inserimento dei bambini musulmani nelle scuole pubbliche: anche, per esempio, con la diffusione di corsi facoltativi di arabo". Per Graziella Carneri, segretario della Camera del Lavoro di Milano, l'istituto di via Quaranta va chiuso, ma contestualmente è necessario dare il via a un progetto scolastico per facilitare l'entrata degli studenti nelle classi italiane. Come risolvere il problema dei 500 bambini ospitati in una scuola che rimarrà chiusa almeno una settimana perché inagibile, ma che, in ogni caso, non è parificata?
"Adesso siamo di fronte a un'emergenza. Milano ha chiuso gli occhi su quello che succedeva in via Quaranta per 15 anni. La situazione è stata ignorata a lungo, ora si pretende di risolverla tutto d'un colpo. È un modo di agire sbagliato: prima il silenzio, poi la polemica".
Esiste una soluzione immediata a una questione così complessa?
"Innanzitutto bisogna prendere atto del fatto che Milano è una metropoli multietnica. Il 12% degli abitanti sono extracomunitari. È arrivato il momento di costruire un vero percorso d'integrazione".
Da dove partire?
"Il punto di partenza, senza dubbio, è l'istruzione: agli alunni musulmani non devono essere imposte tout court le nostre regole. Bisogna trovare il modo di farle accettare spontaneamente".
È un'impresa che sembra davvero difficile.
"Per far sì che gli studenti e le loro famiglie arrivino a condividere il nostro punto di vista, è necessario fare qualche passo anche nella loro direzione. Chiedere agli islamici di rinunciare alle loro radici è davvero troppo".
Così si ritorna al punto di partenza: com'è possibile fare sentire gli studenti musulmani a loro agio in classi italiane?
"I bambini devono, per esempio, poter studiare la loro lingua. In ore facoltative".
Un istituto paritario non sarebbe più utile?
"Una cosa non deve escludere l'altra".
L'errore da evitare?
"La ghettizzazione".

Simona Ravizza